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Il restauro della 124 di Roberto Mensio

Conservare e restaurare la 124 del padre.

 

Dal riscontro che vediamo sul web e sul sito, sono parecchie le persone che amano la Fiat 124; anche perché la maggioranza di queste ne ha avuta una in famiglia. Tra queste,  un’ altra ha avuto il mio stesso pensiero: conservare e restaurare la 124 del padre.

    Questi è Roberto Mensio che, tramite questo iniziale link, è divenuto uno dei miei più cari amici. La storia di quest’ auto inizia il 2 Marzo 1968, infatti l’ auto porta il numero di telaio 378.192 e fu acquistata nuova da un dottore che abitava a Beinasco, vicino di casa della famiglia di Roberto. Questi le fece installare un gancio di traino perché era solito recarsi in ferie in Sardegna, e colà si trainava un carrello con una barca, fino a S. Teresa di Gallura, dove il professionista trascorreva generalmente l’ estate.

          Nel frattempo la famiglia di Roberto possedeva una Fiat 1100/D, che tra l’ altro, ha lasciato un buon ricordo. Nel 1975 il dottore vende la 124, con appena 80mila Km all’ attivo, al padre di Roberto.  A casa Mensio la 124 è considerata una gran bella auto, ancora molto avanzata, e le viene mantenuto il gancio di traino perché la famiglia di Roberto aveva un appezzamento di terra e il padre soleva anch’ egli utilizzare un rimorchio. Anche Roberto ricorda le volte in cui sedeva al volante fingendo di guidare la sua beniamina, proprio come il sottoscritto da bambino, nel 1971. Purtroppo a soli 48 anni, nel Dicembre 1979 il sig. Mensio scompare.

          E’ un gran brutto colpo per Roberto e la sua famiglia; egli ha solo 13 anni ma decide che vorrà tenere l’ auto che fu del padre. Questa nel frattempo rimane ferma in garage ma Roberto – che ha sempre gravitato nel mondo delle auto e delle officine – la mantiene con cura, spostandola di tanto in tanto e mettendola in moto. Nel 1980 la mamma per necessità prende la patente e l’ auto rimette le ruote su strada; a breve giro, nel 1982 anche Roberto consegue la patente di guida e prende lui le redini della faccenda.

             A quell’ epoca andava di moda fare l’ “up_grade” delle auto, portandole cioè a standard di versioni più evolute, anche col montaggio di particolari addirittura di altri modelli. Nello specifico Roberto montò i cerchi della 131 I^ serie,  il servofreno, l’ alternatore, il carburatore e il filtro dell’ aria della serie III, così come il relativo pedale dell’ acceleratore; i sedili furono sostituiti con quelli di una Seat, meglio imbottiti e profilati, assieme ai tergi con le racchette nero opaco e una coppia di fendinebbia. Era allo studio anche l’ adozione di una calandra in plastica nera sempre della 124 III^ serie, cosa che poi non si è materializzata.

              Egli poi, sensibile come lo scrivente al problema della ruggine, piano piano, pezzo per pezzo, con una raschietta e tanto tanto “olio di gomito” comincia a ripulirle tutto il sottoscocca; dapprima un parafango, poi l’ altro, dopo il pianale… e alla fine riporta a nudo la superficie. Poi, utilizzando polveri di minio e piombo e olio di lino, con un pennello, stende ben cinque mani protettive di tale prodotto, intervallate da settimane di asciugatura. Metodo empirico ma efficace, che permette alla 124 di traghettare fino al Febbraio del 2005 abbastanza intatta.

              A quella data Roberto decide che è arrivato il momento di affrontare l’ agognato restauro integrale dell’ auto, un restauro meticolosissimo, durato più di due anni.   Si rivolge al suo carrozziere di fiducia, un tipo particolarmente bravo e ferrato nel campo. Pattuisce che ad una cifra egli gli porterà la scocca nuda, libera da qualsiasi cosa ed egli la ricostruirà. Sì perché malgrado l’ auto sia stata sempre in garage, durante la sua carriera ha subito qualche incidente – pur non grave – ma è stata riparata male. Presenta quindi diversi difetti strutturali.

              A Marzo del 2005 viene preso questo accordo e a Luglio un’ accurata prova di compressione rivela che il motore è perfetto, malgrado sia arrivato a ben 178mila Km. Roberto comincia così a smontare l’ auto pezzo per pezzo, consegnando la scocca nuda alla fine di Agosto di quell’ anno. La porta là con un carrellino.

Gli consegna anche tutti i ricambi che nel tempo ha diligentemente accumulato e gli lascia carta bianca quanto a tempo: la condizione è che il lavoro sia fatto a regola d’ arte, un lavoro perfetto.

Tornando allo smontaggio, inizia col togliere il motore dal vano della vettura, poi l’ albero di trasmissione, il cambio e il gruppo delle coppie coniche; smonta poi tutto l’ interno, l’ impianto elettrico, l’ imperiale del tetto, il cruscotto. Per quanto riguarda il ponte posteriore e l’ avantreno li ha smontati entrambi in carrozzeria, in quanto non aveva ancora a disposizione il carrellino per sostenere la scocca.

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L’auto rimane in carrozzeria di Gianni dal settembre 2005 alla fine dell’ anno 2007, completamente smontata, si presenta come la scocca nuda esposta al Museo Fiat di via Chiabrera a Torino. In carrozzeria il bravo artigiano pone l’ auto sul banco di riscontro; le viene asportata la coda, poi i bracali destro e sinistro, i parafanghi anteriori e la traversa.

La ruggine ha bucato molto del pavimento all’ altezza dei piedi, intaccando parte dei longheroni interni anteriori  [proprio come successo all’ esemplare di Paolo, N.d.R.]. Il carrozziere quindi ricostruisce il pavimento come all’ origine con il rifacimento delle tre lamiere che la compongono, senza sovrapposizioni, ma esattamente come all’ origine; anche i fori del gancio di traino – prontamente eliminato – vengono diligentemente richiusi e, dove occorre, l’ auto riceve delle spruzzate di zincante a freddo, contro il rischio dell’ insorgere della ruggine.

Il fondo viene trattato dentro e fuori con materiali sigillanti che hanno lo stesso aspetto degli originali, ma molto più efficaci in quanto moderni ed evoluti. All’ uscita dalla carrozzeria l’ auto gli viene consegnata col carrellino perfettamente rinnovata, proprio come la sognava Roberto, dopo aver rimontato il ponte posteriore completamente revisionato in carrozzeria. La vettura ritorna nel suo garage con un carro attrezzi per essere rimontata. Durante il periodo trascorso nella carrozzeria egli ha documentato passo passo tutte le fasi di riparazione ed ha prontamente esaudito ogni richiesta del titolare, come da accordi precedenti.

E’ stato in grado di fornir lui tutti i ricambi perché essendo fin dall’ inizio ben determinato a restaurare la 124, iniziò fin dagli anni ’80 a visitare magazzini di ricambi comprando di tutto, anche in blocco, specie se si trattava di parti della serie I, che oramai non avevano più molto mercato, riuscendo ad assicurarsi dei pezzi oggi piuttosto introvabili, come le fiancate posteriori, gli interni posteriori dei passaruota, la traversina postero-inferiore interna, le scodelle di lamiera sotto serbatoio e ruota di scorta, il serbatoio di carburante e le oramai introvabili mensole destra e sinistra che si trovano quasi all’ altezza dei passaruota anteriori [dove si poggia  il ponte di sollevamento del meccanico, rintracciate in Belgio!.] che marcivano inesorabilmente e sovente venivano ricostruite in maniera approssimativa ed infedele, e tutta la minuteria che avrebbe fatto la differenza tra un sommario restauro e un lavoro a regola d’ arte.

Mentre la 124 era in carrozzeria Roberto procedeva alla revisione di ogni singolo componente, tempo libero permettendo.

Come accennato, il motore non è stato toccato, ma è stato spogliato di tutti gli accessori , quindi ha sostituito la pompa dell’ olio col relativo ingranaggio di comando, la coppa dell’ olio, il kit della distribuzione con la catena, la pompa della benzina, le candele, la pompa dell’ acqua, il termostato, e le guarnizioni tutte, fatto salvo quella della testa appunto.

Ha ripulito tutto il blocco motore e l’ ha meticolosamente riverniciato, senza la minima colatura; anche il carburatore è stato sostituito con uno uguale identico;  l’ impianto di scarico è stato completamente sostituito con uno originale Fiat di provenienza di fondi di magazzino. Il cambio è stato smontato e revisionato totalmente,  sostituita la frizione completa di cuscinetto reggispinta e guarnizioni.

Purtroppo la 124, avendo esercitato il traino per tanti anni aveva la trasmissione parecchio usurata, che nelle prime serie – fino all’ Ottobre 1968 – era particolarmente delicata: revisionata completamente anche quella, come l’ avantreno (revisionata la scatola di guida); sostituiti i bracci stampati della sospensione superiori e inferiori, i cuscinetti delle ruote, i silent_block,  gli ammortizzatori.

Poi è stata la volta dei freni, con la revisione delle quattro pinze, la sostituzione della pompa dei freni, del regolatore di frenata e i cinque tubi flessibili. Revisionata anche pedaliera, rubinetto del riscaldamento e cavi di comando relativi.

Unica modifica che Roberto si è concessa è stata l’ installazione di un termometro dell’ acqua della Veglia_Borletti, appositamente studiato come accessorio aftermarket  (e montato poi di serie dalla versione II in poi).

 Tutte le parti in gomma sono state trattate con grasso di vasellina pura mentre il cruscotto e le plastiche, l’ imperiale e la finta pelle dei sedili e rivestimenti sono stati trattati con un prodotto specifico. Malgrado la vettura abbia percorso parecchi chilometri, i suoi interni sono stati mantenuti in condizioni perfette, come si può vedere dalle foto.

                  “Perché secondo me,” - specifica Roberto – “auto come la 124 berlina, ma anche una 850 o una 128 non avendo un grande valore commerciale devono essere restaurate minuziosamente perché sebbene ne siano state prodotte tante, sono state quasi tutte spremute fino all’ ultimo, quindi è bello vedere un restauro meticoloso effettuato seguendo una volta tanto il cuore e non il portafoglio , come abbiamo fatto io e Paolo; seguendo il nostro cuore abbiamo realizzato a modo nostro il sogno di quando eravamo bambini. Ritengo di  aver mantenuto l’ impegno e sostenuto la sfida con me stesso poiché a Luglio del 2010 la 124 era su strada, pronta, collaudata e controllata i ogni suo particolare”.

      Alla fine di quel mese, primo vero giro di collaudo, una gita di due giorni sulle colline del savonese, in compagnia di amici e appassionati, con un percorso fatto di salite e discese, molte statali e un po’ di autostrada, rientrando a Torino con 320 Km percorsi senza nessun problema.

 “Nell’ estate del 2010” – continua Roberto – “ sono stato contattato dal sig. Visani, che scrive per la rivista francese “Gasoline”; egli ha voluto dedicare un servizio completo alla mia 124 restaurata, servizio comparso sul numero di Ottobre 2011 della rivista.

 In conclusione sono veramente soddisfatto del lavoro svolto, ho sognato per tanti anni di vedere la 124 restaurata così e ora, quando apro il box la guardo sotto la sua copertina rossa che contrasta col suo colore, il blù Fiat 456 e non mi sembra ancora vero!

Sento il dovere di ringraziare la carrozzeria “Sporting” di Gianni Moncalvo con i suoi bravissimi e pazienti collaboratori  Vanni, Adriano e Paolo.

Un grande ringraziamento anche ad alcuni miei amici che mi hanno aiutato: l’ insostituibile Tito, con Gaetano, Franco, Vincenzo, Massimo e Stefano, i quali si sono veramente adoperati per aiutarmi a concludere l’ opera. Spero di non avervi annoiato col mio racconto, ringrazio tutti tramite Paolo e sono a vostra disposizione per ricevere o dare consigli su come restaurare la 124 berlina (anche Special) a tutti coloro che intendessero ….seguire il cuore!

Roberto Mensio di Torino.

Photo gallery restauro 124 Special Roberto Mensio
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