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è sempre la stessa storia! Vignetta disegnata da un giovanissimo Paolo alla fine degli anni '70 del secolo scorso, purtroppo è sempre attuale.

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la passione per la Fiat 124 - 2° parte

Un auto affidabile

La 124, finita questa vera e propria tragedia, ci accompagnò dovunque e, per fortuna, in ben più felici momenti, come i tanti bei viaggi a Roma dai parenti; quello nostro preferito era a Pasqua, da una sorella di mio padre e dei nostri cugini veramente affiatati. Particolare fu il viaggio di Pasqua 1975. Una volta ci trasportammo, fissato sul portapacchi, un frigorifero da quì Ancona a Roma! Andrea pure aveva una vera e propria predilezione per lei, cercava sempre, nel suo parlare incerto. Quando venimmo ad abitare a Falconara, a Settembre del 1973 ci andavamo sempre al mare. Un'altra volta ci perdemmo, sull'Appennino abruzzese, e rimanemmo a corto di benzina, arrivando con le ultime gocce ad un provvidenziale quanto raro distributore.

La 160-502 è stata una bella, comoda, preziosa instancabile compagna di viaggio. Non ci ha mai lasciato per strada, tranne due volte quando:

La Grigiona, in nostre mani, subì anche un surriscaldamento; io non ero presente ma papà racconta che un giorno, al centro di Falconara aveva incontrato una persona ed era sceso dall’auto lasciandola in moto. Sentì il motore tossire e risalì a bordo trovando la spia dell'acqua accesa. Aprì il cofano motore e controllò il livello dell’acqua ma la povera Grigiona era rimasta senza per sua sbadataggine. Mio padre chiese ad un bar lì vicino se poteva averne un po’ e questi glie ne diedero un litro appena facendogli pesare il favore; allora lui, spicciativo, anziché fare il raffreddamento se ne andò ("visto che era cotta pensai di riportarla ormai a casa"! parole sue) sbagliando tutto e percorrendo così altri due Km circa in quelle condizioni critiche. Ricordo bene però un suo amico e collega, uno di quelli del tempo del terremoto, venirci a rimorchiare la mattina dopo, con la sua Fiat 127 nuova per andare assieme all'officina di Piero a rifare la testata. In quell'occasione volli naturalmente andare anch'io.

1977: venduta

Ho detto "in nostre mani" poco fa: perché? perché purtroppo il 1976 fu l'ultimo anno che tenemmo la 60-502: di lì a poco, nel Gennaio 1977, a due mesi dal suo decimo compleanno, mio padre - spesso impulsivo - decise di cambiarla. Gli era capitata l'occasione di una Fiat 128 con 5 anni di vita, seminuova a un buon prezzo e aveva visto qualche piccolo guasto affliggere la nostra pur fedele Grigiona; c'era poi il fatto che stavamo per comprare casa e la macchina o la si cambiava allora o mai più; c'era infine la cosa più pesante, che arrivò improvvisa quanto inattesa: l'improvviso invecchiamento del modello. Questo genere di auto, le berline tradizionali a tre volumi, se ebbero un grandioso e unanime successo commerciale nei primi anni della loro vita, videro - del pari - un improvviso quanto rapido declino, prima commerciale, poi come fenomeno di moda.

Mi ricordo distintamente, perché oramai adolescente, che le 124 e le 125 improvvisamente diventarono vecchie, antiquate e fuori moda. All'improvviso da cigni divennero ranocchie. Nel 1977 la 124 in genere era considerata vecchia; nel 1980 addirittura antica! Ma andiamo con ordine. Papà comincia ad essere tormentato se tenerla o no. Noi, la 124, passata di padrona in padrone,  accompagna gli sposinaturalmente votiamo sempre a favore della nostra amata Grigiona che consideriamo ormai un altro pezzo di famiglia. Ma mamma comincia a storcere il naso, "la 128 è più moderna... questa è antica, cominciano ad averla solo questi anzianotti ignoranti che stanno nei baretti qui sotto..."; sennonché papà, alla chetichella, di nascosto di me e Marco, consegna la nostra Grigiona nelle mani di un suo conoscente, un ragazzotto buono ma ignorante come una scarpa, uno squattrinato povero diavolo che ha appena messo su famiglia. Il classico tipo egregiamente raffigurato, anche nei tratti somatici, da Teo Teocoli nel film coetaneo "L' Italia si è rotta" [v. su NEWS: “la 124 e il cinema”].

Che disperazione! eravamo delusi e dispiaciuti, se ne andava un pezzo vivo della nostra infanzia. Poi c'è un'altra doverosa precisazione da fare: papà ha tanti pregi ma anche parecchi difetti, uno dei quali è l'intransigenza, che negli anni a venire - complice i pensieri e le difficoltà economiche che prima o poi vessano tutte le famiglie normali - si trasformò per un lungo periodo in vero e proprio dispotismo. A casa si doveva fare quello che diceva lui. E basta. E, negli anni delle superiori questo significò spesso NO dialogo tout-court!

Sennonché addio 124. C'è da dire che a tredici anni un bambino si rende conto fino ad un certo punto di certe cose, e comunque è distratto dal suo piccolo mondo, "sopravvive"; e così feci io. Non accettai però affatto la 128 che, oltre ad avere la "colpa" di sostituire la nostra istituzione era, per giunta, più piccola e ai nostri occhi sotto tono, uno scivolone verso il basso.

Ricordo distintamente che in più di un'occasione mi vergognai passando davanti ai miei amici e mio padre, sensibilizzato dalle nostre proteste, se ne accorse immediatamente. Eppoi uno dei miei più cari amici di infanzia, che abitava nel mio palazzo, aveva visto suo padre sostituire la loro vecchia Fiat 125 con una bella 132 nuova fiammante. E ciò mi creava parecchio disappunto, mi sentivo umiliato.

1978: la decisione

Nell' estate del 1978, una sera, mi capitò di guardare un film col bravo Lino Ventura, "L'uomo che non seppe tacere"; la colonna sonora era "Love is in the Air", di John Paul Young. Nel film il protagonista, Lino Ventura, impersonificava una spia dell'Occidente inseguita da agenti del KGB che alla fine riuscirono ad ucciderlo. Durante il film svoltosi in Francia, in sostanza tutta una fuga, ad un certo punto egli ruba una 124 e per un bel pezzo si vede l'auto, i suoi interni, una bella inquadratura frontale su un'autostrada... e qui scatta in me quella molla e quella spinta che ha avuto il felice epilogo solo il recente 9 Dicembre 2005, quando ho portato a casa la MIA 124!

 

la 124 di "L'uomo che non seppe tacere"

Provando una vera emozione e con la pelle d'oca rividi la 124, stavolta eroina anche dello schermo; capìì subito che non potevo starne senza. Cominciai allora ad interessarmi a lei in maniera matura, osservandone metodicamente tutte le sue numerose versioni, raccogliendo notizie, ritagli di giornale e articoli tra i più disparati. All' epoca c'era solo il cartaceo e non esisteva altro. Scoprìi, non senza disappunto, che vecchia oppure no, di 124 ce ne erano ancora veramente tante, tanti amici miei - ovvero i loro padri - ce l'avevano, che a quel punto solo io non ce l'avevo più e mi mancava!
Di lì a poco ebbi una graditissima quanto inaspettata sorpresa: cominciarono ad apparire delle strane 124, nuovissime e fiammanti, identiche alle nostre ultime, differenti solo nei fari davanti - che erano quadrati - e dietro. Erano quelle che avrei presto scoperto essere le famose Seat 124D "Pamplona"; la Fiat aveva infatti cominciato a vendere queste auto anche qui da noi, a quattro anni dall'uscita di listino delle nostre. Questo perché anche in Spagna era appena cessata la produzione e in questo modo liquidarono gli ultimi lotti dell' auto.
Davanti infatti c'era il marchio SEAT e sotto, piccola, la scritta "licencia Fiat". La 124 Seat ebbe una calda accoglienza, al punto che quando non fu più disponibile, a fine 1982, altri clienti dovettero essere accontentati con delle 128 di produzione slava (Zastàva). Addirittura poi, un amico di papà che già aveva una 124 blù come la nostra, si comprò anche una 124 Seat nuova di zecca. Abituato a vedere quelle nostre ormai vecchie e coi segni dell'usura, le Seat mi hanno lasciato il piacevolissimo ricordo di essere nuove fiammanti, fresche di fabbrica. Ricordo che quando andavo a scuola con l'autobus, passavamo davanti ad una grande filiale Fiat e, sul piazzale, ce ne erano allineate parecchie, subito vendute.
Allora, forte dell'entusiasmo dell'adolescenza, tornai alla carica con papà anche perché quando il suo amico ci mostrò la sua Seat nuova ci disse molto soddisfatto che costava pure relativamente poco, meno di una Fiat Ritmo coetanea. Ma per noi i soldi erano quelli, appena per tirare avanti e poi mio padre, dopo la nostra 124, si disamorò completamente delle macchine. Anche la 128 subì questo calo di interesse: perlomeno fino a che l'avevamo tenuta, la 124 era stata tenuta con attenzione. Da adesso in poi papà cominciò a trattare male le auto, solo come mèri attrezzi da lavoro. Ma se non si deve diventarne schiavi, c'è sempre la giusta via di mezzo no?

Il nuovo proprietario

Quindi niente Seat, la macchina era la 128 punto e basta. Nel 1980, in una occasione fortuita riuscimmo a rivedere la nostra Grigiona: andammo da un parente dell'attuale padrone e con immensa emozione rivedemmo la nostra 160-502. Non avevamo idea chi fosse costui né come tenesse la "nostra" 124 ma sembrava che la trattasse bene.
Purtroppo questi era uno sfascione di gran lunga peggio di papà e non ci spendeva manco il necessario. Era un indolente sciatto e sfaticato che sfruttava solo la nostra beniamina. In seguito mi fu raccontato che, quando tornava al suo paese natale, giù in Meridione, caricava come un somaro la povera auto, metteva l'acceleratore a tavoletta e "giù, senza pietà, finché non vedeva il campanile del paese". In un'altra occasione cominciammo a vedere i segni della suo scellerato uso: la povera auto era stata privata delle borchie, l'anello del clackson si era rotto e non l'aveva sostituito, delle cenciose foderine di cattivo gusto coprivano i suoi sedili. Indignati io e Marco glie lo facemmo notare.
Al fine di cercare di rimediare a questo, facendo i giri più strani riuscimmo a procurargli tre borchie e lo sportello del portaoggetti del cruscotto che si era rovinato, con la preghiera di sistemarla. Appello puntualmente caduto nel vuoto.

1982: Scontri generazionali

Arriviamo al 1982, io frequento la 5^ superiore, ho la patente da sei mesi, aiutato molto da quella povera 128 di papà, a torto tanto disprezzata. Inutile dire che se la 128 ci rese un servizio onestissimo, praticamente identico a quello a suo tempo resoci dalla 124, non feci mai mistero che avrei voluto per me una 124; a mio padre lo dissi a gran voce chiaro e tondo. Una delle mie passioni sono le auto, io ho dei gusti precisi, quella era la mia scelta, che gli piacesse oppure no: credo fosse un mio diritto, in fondo non chiedevo né una Ferrari, né la luna!
L'attuale padrone della "nostra" 124, in quel periodo veniva spesso dalle parti di casa e mi si comprò subito cominciando ad offrirmi le chiavi della nostra Grigiona dicendomi "tieni, vatti a fare un giro!". La prima volta che mi metto al volante della nostra - ormai malandata - ma mitica 124 è il 18 Marzo 1982: sono fuori di me dalla gioia! sembro un cane da caccia tenuto legato per mesi e liberato all'improvviso. Mio padre e quest'altro signore muoiono dal ridere perché devo essere veramente ridicolo; sono emozionato, stra-parlo e dico stronzate, non capisco più niente. Parto con la 124 come se pilotassi un Jumbo-jet, mi sembra di avere il mondo intero in mano. Ma, con mia grande delusione, scopro che ormai entra l'acqua piovana dentro l’abitacolo, gli interni sono devastati, l'imbottitura del cruscotto è bucata in più punti, il tachimetro non funziona più e le luci sono tutte fulminate. L'auto ha oramai 15 anni, all'epoca tanti per quel livello di assemblaggi e materiali. Ha fatto la sua comparsa la ruggine, la vernice è cotta e screpolata in più punti ... un disastro.
Quel giorno decido che vorrei indietro l'auto e, praticamente imploro l'attuale proprietario di restituirmela quando non la vorrà più. Egli è comunque una persona buona e comprensiva e acconsente, a patto che mio padre sia d'accordo. E qui cominciano i guai. Perché innanzitutto mio padre non possiede quella sensibilità di capire che questo non è mai stato un mero capriccio per me: semplicemente non lo capisce. E' convinto che si tratti di una mia infatuazione adolescenziale. Poi, di carattere, tende sempre ad ingigantire i problemi anziché ridurli; terzo, e non ultimo, "si fa quel che dice lui", punto e basta. Perché il suo amore autentico che ha sempre nutrito per noi lo porta a proteggerci da eventuali sbagli a tutti i costi, spesso esagerando, sia pure a fin di bene.
Verdetto: “la 124 nostra è ormai vecchia, è un rottame, è una milledue - che ci fai - quindi lascia perdere”. Punto. E qui io, che comincio ad essere grandicello, ad avere una personalità, dei gusti, delle aspirazioni, dei desideri, comincio ad impuntarmi e a scontrarmi con lui, spesso in modo violento.
Ho l'occasione di guidare cinque volte in tutto la nostra gloriosa 124, tra le quali ci porto la mia fidanzatina e i miei fratelli; arriva il triste Ottobre 1983 quando, la povera 160-502 che ha svolto altri sette anni di servizio dopo di noi, macinato altre decine di migliaia di km (il cavo del tachimetro originale si è consumato poco dopo i 200mila), ha avuto per certo almeno un'altra volta la testata rifatta, il cambio del carburatore originale con quello di una "Special" e l'impianto a GPL, viene relegata allo sfascio.
Dopo tante vicissitudini è arrivato anche per lei il momento della fine, anche per lei è valso il titolo di un album di George Harrison, "All Things Must Pass"...
Io non so dove buttano la mia amata, fattostà che, poco tempo dopo, per un crudele scherzo del destino, a bordo di un'altra 124 di un mio carissimo amico, [quella azzurra nella photogallery] col quale andiamo a caccia di un carburatore di ricambio presso un noto demolitore di Ancona, la rivedo, ridotta ad una carcassa spogliata in attesa della pressa, in cima ad un cumulo di altre carcasse. La riconosco immediatamente, anche senza targhe, da alcuni segni particolari che aveva sulla carrozzeria; è rimasta solo la scocca, niente più fari, vetri, calandra, ruote... Sul fianchetto posteriore sinistro hanno tracciato, con una bomboletta gialla, un approssimativo numero che non ricordo, evidentemente un numero qualsiasi di demolizione, per i loro registri.
Sono sconvolto, premo il naso sul finestrino... ho un groppo in gola e la voce non mi esce più. Non riesco a trattenere una lacrima che subito scende irrefrenabile su una guancia; il mio buon amico se ne accorge e tenta, imbarazzato di consolarmi!
Sono sgomento, per quanto mi rendevo conto che recuperare la 160-502 fosse un'impresa comunque disperata per quei tempi; la 124 nostra era stata sette lunghi anni all'aperto, e spremuta come un limone. Ma io non me ne curavo, anzi avevo fatto mille fantasticherie nella mia mente su come l'avrei riparata. Ma vivevo con mio padre e a suo carico, quindi libertà limitata e controllata ogni passo!
Il colmo però di tutta questa faccenda fu la beffa sul danno; un giorno un suo conoscente gli regalò un'altra vecchia 128 in discreto stato, che avrebbe voluto rottamare. Noi ci trovavamo con la casa da pagare, in due a studiare e io neo-diplomato che cominciavo a "lavoricchiare" qua e là, con la sempre più pressante esigenza di un'auto che mi rendesse indipendente.
Allora lui pensa bene, come se tutto quel casino che avevo fatto fino allora non contasse nulla, di regalarmi la 128: e, siccome era gratis ed era un suo regalo io non potevo rifiutare!
"Ma ...ma io ti ringrazio, solo che lo sai, sono anni che desidero ben quell'altra..." tentai debolmente di protestare: apriti cielo!
"Ecco!... e io che faccio tanto per voi... io qua,...io là....ecco la riconoscenza.....allora se non la vuoi la sfascio e sarai TU il responsabile di questo..... " e via di queste menate.
Poi, evidentemente stanca di tutto ciò, ci si mette pure mamma: "però, che risposte... lui che ti voleva fare un regalo...." e io indignato: "ti ci metti pure tu? lo sai da quando avevo quattro anni che volevo la 124!"
Il grottesco era poi che se la 124 che volevo era di 1197cm3 di cilindrata, la 128 era di pochissimo più piccola, era di 1116 cm3 e all'atto pratico, ridicole le differenze di gestione! Ma lui aveva deciso così e doveva stare bene a tutti. Comunque a me un'auto che mi desse una relativa libertà mi serviva e non potetti al momento guardare tanto per il sottile. Facendo buon viso a cattivo gioco accettai mio malgrado la povera 128 e con una settimana di lavoro io e Marco la rimettemmo quasi a nuovo.

Inutile dire che avrei desiderato un padre un po’ più elastico e sensibile, meno dispotico e accentratore. Questo è come sono andate le cose. Negli anni a seguire, mentre continuavo ob-torto collo a viaggiare sempre e comunque in 128, sempre e comunque sotto lo stretto controllo di mio padre, per il colmo della frustrazione dovetti inoltre :

Non era proprio destino, altri avevano deciso per me il contrario di ciò che desideravo da sempre. E anche questa bella 124 andò - incolpevole - allo sfascio nell'estate del 1991. Ammareggiato, deluso, soprattutto stanco, pensai che dovevo forzatamente mettere la parola fine al mio sogno di possederne una.
Intanto gli anni passavano, le 124 cominciarono piano piano a sparire, il ricordo ad affievolirsi, la mia volontà a rassegnarsi. Che potevo fare, combattere contro tutto il mondo?
(se vuoi sapere il seguito clicka qui)

La passione oggi

Sono passati tanti anni da queste vicende, ho vissuto parecchie vicissitudini, il Signore mi ha donato una splendida compagna e la 124 è oramai un dolce ricordo. Ma proprio assieme a lei, durante una vacanza in Grecia, tre anni fa chi ti rivedo, dopo tanto tempo e tanto oblio? sorpresa! una, due, dieci, tante 124! ex-italiane, Seat, addirittura Zhigulì!
Che emozione! avverto subito dentro di me un qualcosa che però, istintivamente soffoco; istintivamente perché per anni sono stato costretto a farlo.
L'anno dopo ci rechiamo ancora in Grecia, e troviamo ancora le 124! ecco che si risveglia in me, dapprima debolmente e molto lentamente, il tarlo per quest' auto. Ma stavolta siamo in tempi di Internet. Comincio a cercarla in rete e ne trovo a bizzeffe, soprattutto Lada sovietiche, la sua progenie sopravvissuta nella Russia (ex) comunista. Poi, ed ecco la svolta, trovo il sito spagnolo SEAT/FIAT: un gruppo di aficionados spagnoli che cresce di giorno in giorno, che recupera e restaura in maniera impeccabile e sistematica quante più 124 possibile. Il germe dell'antica passione creduta estinta per sempre, riesumato dopo anni e anni di dimenticanza, riemerge dalle spesse nebbie del passato come un fantasma, si risveglia decisamente e prende campo.
Di quì la vecchia passione rinasce e cresce a ritmo esponenziale, accelerata dalla presa di coscienza che si sta affermando - del pari - la moda delle auto d'epoca a tutti i livelli. Comincio a collezionare diversi oggetti di memorabilia di 124; un giorno scopro - del tutto casualmente - un oramai rarissimo relitto nell'aia di un contadino di un paese qui vicino. Mi reco là e, col suo permesso, mi procuro il suo vecchio e inutilizzabile strumento del tachimetro/contakM che ripulisco e restauro al meglio a scopi decorativi. Insieme a foto, immagini e modelli allestisco nel mio studio una sorta di "memorial" .
E il destino alla fine, mooolto alla fine, decide di accontentarmi: non so se l'ho preso io per sfinimento o lui ha avuto infine pietà di me; fattostà che nell'estate del 2005 un mio amico mi segnala che c'è una bella 124 berlina in vendita a Pisa. La macchina è bella, guarda caso è verdone scuro, come la prima su cui saliì su a Denno in quel lontano 1967; sento la proprietaria che si rivela subito educata e gentile ma ho due grossi problemi:
• che ne dirà la mia attuale compagna;
• dove la metto?
E qui finalmente mi si spiana la strada, mi si apre questa agognatissima porta: Piero, sì Piero, il nostro caro "vecchio" meccanico di fiducia da decenni, già esperto dottore della nostra amata 160-502, ascoltato brevemente il mio desiderio decide di aiutarmi e sponsorizza tutta l'operazione. Allora Piero fa adesso quello che mio padre avrebbe potuto fare nel lontano 1983: "te la prendi tanto per tanto poco? è tutto questo il tuo problema? comprala e portala qui! ti aiuto io, stai tranquillo!", mi dice calmo, pacato e sicuro. E mia moglie, compreso tutto e subito, decide tout-court di regalarmi l'auto per il nostro 5° anniversario!
Vorrei fargli un monumento a tutti e due, a Piero e a Paola, mia moglie!
Il 14 Novembre (sempre 14 = un secondo 14 Luglio!) 2005 andiamo a Pisa a conoscere la signora Favati e a vedere quest' auto; l'incontro non potrebbe essere dei migliori, mi aspettavo una signora molto più grande di noi ma ella in realtà è la figlia della proprietaria, la signora Annamaria Cenci: Cinzia è quasi nostra coetanea e diveniamo subito amici. Abbiamo la stessa sensibilità e ognuno di noi ha il pezzo del puzzle per completare l'insieme.
Lei cerca un nuovo innamorato proprietario per la vecchia 124 di famiglia, "la loro 160-502" per capirci, un'auto piena di ricordi e - soprattutto - l'auto dei genitori per tanti lunghi anni! giustamente non vuole farla morire e la sua sensibilità la porta a conservarla fino a questo giorno. E il sottoscritto è proprio quel genere di innamorato che Cinzia cerca per la povera vecchia 124, veramente innamorato, forse un po’ matto ma felice di esserlo. La cosa forse che ci accomuna di più con Cinzia è l'onestà e la semplicità. Siamo o non siamo "ragazzi" degli anni '60?
Sbrigate le formalità dal notaio e presso un'agenzia di pratiche auto torniamo a casa col sottoscritto colmo di una gioia incontenibile! non mi pare vero, per giorni non riesco a credere che finalmente, "dopo solo 27 anni" di attesa sono riuscito ad avere la tanto desiderata 124! mai come adesso vale il proverbio "mai dire mai"! Il 9 Dicembre 2005 arriva il tanto atteso grande giorno: andiamo a prendere la 124! sempre con l'aiuto di Piero, mi accordo con un suo amico carrozziere e, con un bel carro attrezzi nuovo e modernissimo, partiamo per Pisa.

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