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il restauro della 124 - 4° parte: carrozzeria sistemata
Indice di tutti i capitoli delle fasi del restauro della Fiat 124
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La Signora è già in passerella! 14/5/2007
Ciao
Cinzia!
sono veramente contento di scriverti per raccontarti questo: "cenciosa
è bella!" sì, per davvero. Dunque venerdì sono
andato da Leo e trovo una grande sorpresa: la 124 è stata completata.
E' bellissima! Giovedì, il giorno prima, sempre su richiesta di
Leo ero andato dal tappezziere e gli avevo portato il cencio in questione,
cioè il tappeto lato guidatore. La richiesta era di rappezzarlo
in un certo modo; la cosa mi vedeva tutt' altro che entusiasta e molto
scettico. Leo, ben conscio di questo ma sapendo quello che faceva, aveva
insistito consolandomi con un "quando troviamo di meglio lo cambiamo".
Venerdì mi aspettavo di dover essere ancora io a fare il percorso
inverso, cioè di dover andare dal tappezziere a ritirare il tappeto
e portarlo a Leo, ma scopro che questi aveva già fatto da solo
e il tappeto stesso, rappezzato alla perfezione era stato rimontato al
suo posto.
La 124 è stata rimontata tutta con estrema cura; a tutti i tappeti
è stata data una speciale sostanza rinnovatrice appositamente studiata,
le sono stati rimontati tutti gli interni e i sedili anteriori. E, tutta
bella pulita, con l'acceleratore "nuovo" recuperato a Jesi mi
aspettava in un lato del capannone: figurati la mia faccia! "che
bella Leo!! bravissimo! hai fatto un lavorone!" apostrofo il bravo
artigiano; “ hai fatto un miracolo! sai che a 'sto punto non la
tocco più e lascio questi suoi tappeti per sempre...!".
E lui va in brodo di giuggiole; giustamente gonfio di orgoglio e di soddisfazione
mi replica "te l'avevo detto io! almeno così non spendi più
soldi e hai i suoi tappeti originali! la macchina deve essere più
originale possibile...". Sono fuori di me dalla gioia. Soddisfatto
mi apre il coperchio del cofano motore e mi mostra che anche lì
ha rimontato tutto a dovere, compresa la mia ultima fatica, un oramai
immacolato vaso d’ espansione trasparente dell' acqua di raffreddamento,
quello che avevo pulito con tanta determinazione e caparbietà.
Anche dentro il cofano motore tutto brilla, ci si potrebbe mangiare: tutto
è in ordine, tutto è al suo posto, rinnovato, restaurato
e ripristinato; una bella vista per i miei occhi di appassionato.
Poi apre il cofano posteriore e mi mostra la padella del filtro dell'aria
perfettamente riverniciata nel suo colore originale e una scatola di cartone
coi vecchi pezzi avanzati (fari, bulloni, aggeggi) dei quali dovrò
poi fare una cernita per tenere solo quelli ancora riutilizzabili.
E non è finita quì': come avevo sempre sperato, egli mi
mostra la famosa modanatura acciaccata in officina perfettamente ribattuta
e riparata, un lavoro così bello che ci vuole la lente per andare
ad accorgersi del fatto.
Leo è proprio colui che la sua fama dichiara, cioè un esperto
carrozziere-battilastra, un artigiano veramente specializzato. "Per
favore vai da Piero e digli che la macchina è pronta, la può
venire a prendere per rimontare il motore. Nel frattempo tu portami i
suoi cerchi così li rivernicerò". Felicissimo come
un bambinetto, seguito dal sorriso sornione di Leo, mi precipito da Piero
a dargli la bella notizia. "Non ti preoccupare, la settimana prossima
la vado a prendere", mi risponde Piero che, quando ha occasione di
parlare con Paola mi prende sempre bonariamente in giro: "oh, non
è che questo alla fine si porta a letto la 124 al posto tuo eh??"
e ridiamo contenti!
Ma che c'entra la passerella? presto detto; la nostra amata, in queste
ultime settimane se ne è stata spesso parcheggiata davanti la porta
di ingresso della carrozzeria, tra un lavoro e un altro. Questa carrozzeria
si trova nella cosiddetta Piazza d'Armi di Ancona, una piazza famosa brulicante
di gente perché è sede permanente del più grande
mercato all'aperto della città. Ti immagini che via-vai di gente.
Così, da come mi dicono continuamente Leo e soci, la 124 è
praticamente in esposizione e riceve continuamente visite di curiosi e
nostalgici che ben la ricordano; quel meccanico polacco di cui ti accennai
è solo uno dei tanti.
"Oh, la macchina tua è un continuo di gente che passa, si
ferma e chiede.... abbiamo più richieste per quella....! mi dicono
in continuazione i carrozzieri tutti in un moto di simpatia, anche perché,
come dico sempre, è un'auto oramai sparita.
Ma la barzelletta te la devo ancora dire; Giovedì Paola torna a
casa ridacchiando e mi racconta che nella pausa-caffè si era ritrovata
in ufficio a parlare con alcuni nostri colleghi e amici. L'argomento tra
lei e un'altro paio di ragazze era che avevano tutte un' auto vecchia
e che oramai era ora di cambiarla. "...la mia ha dodici anni, è
una Renault Twingo, va benissimo ma comincia ad avere degli acciacchi....";
"...ah sì, anche tu hai la Twingo? ce l'ho anch'io, la mia
ne ha tredici, anch'io dovrei cambiarla...." e via di queste menate.
Al ché si intromette un nostro collega che afferma di avere un'auto
ormai storica ma Paola non ricorda che modello tanto è vecchia,
perché del 1982. Poi dice che comunque lui è un appassionato
di auto storiche. "Anche mio marito è un appassionato di auto
storiche" replica Paola. E lui: "ah sì? allora digli
di andare a Piazza Ugo Bassi, lì dal carrozziere della Opel, vicino
al mercato; lì l'altro ieri c'era una 124 Fiat così bella...
pareva nuova! solo che ha una targa di fuori... forestiera... non ricordo.....";
e Paola, sorridendo: "...quella verde scuro targata Pisa?";
e lui: "certo! l'hai vista? hai visto quant' è bella?";
e lei: "certo, è quella di mio marito! la conosco molto bene!!".
Vuoi vedere la faccia stupita del nostro collega! "...quella?? ma
che bella!! pare nuova!! ....ma l'avete rifatta tutta! ... è senza
motore...." e Paola: "certo, Paolo l'ha voluta rinnovare da
cima a fondo, ha voluto un restauro radicale. Il motore ce l'ha rifatto
Legori ed ora lo riassembla Piero Giacco della Fiat...." risponde
lei tutta orgogliosa e informata. "Bravi, avete fatto bene! le cose
si fanno così, per bene, una volta sola." ribatte lui.
Ed è ciò che mi ha lasciato intendere anche Leo. Egli infatti
tempo fa mi ha dichiarato di amare il proprio lavoro, di aver rinunciato
a lavorare in Fiat per fare questo e che rifarebbe solo questo, e ha dimostrato
tutto ciò che fa e che dice.
Ciao
Cinzia, anche ieri ho avuto il mio bel da fare con la 124. Come ti avevo
accennato, sono andato a sovrintendere il trasporto della nostra veterana
dalla carrozzeria di Leo all'officina di Piero. Dapprima, appena uscito
dall'ufficio, ho dovuto fare la spola e l'ambasciatore per mettere d'accordo
i tempi dei due. Poi alle 18 sono ritornato e, assieme al socio di Leo
abbiamo caricato la 124 sul carro-attrezzi e io naturalmente ho dato una
mano. L'abbiamo portata da Piero dove è stata accolta quasi trionfalmente;
avresti dovuto vedere le facce dei ragazzi di Piero, specie quello più
giovane! “ com'è bella... l'hanno rifatta nuova...."
diceva quasi a sé. E Piero, rivolto a me e ridendo: "ma ci
dormi stanotte? ...o vuoi dormire qui?" mi sfotteva tra l' ilarità
generale.
L'abbiamo scaricata con estrema cura e Piero l'ha messa "in vetrina",
cioè di fronte alle vetrate di ingresso che puoi vedere anche tu
nella foto dell'officina che abbiamo messo sul sito. Infatti la nostra
arzilla beniamina continua a destare un discreto interesse! avresti dovuto
vedere le facce della gente ieri mentre la trasportavamo col camion! quanto
ci siamo divertiti: perfino qualche donna ci guardava incuriosita, magari
chiedendosi che diavolo di macchina era...
Ancora una volta, ieri sera, mi sono sorpreso a guardarla con gli occhi
del 1972, di quando ero bambino: e la vedo sempre bellissima, ha sempre
su di me quel fascino irresistibile di allora! mi sembrava di rivedere
la nostra vecchia 160502; e pensare che quel rione, le Palombare, dove
stanno sia la carrozzeria che l'officina di Piero, rimane proprio sotto
Posatora, il posto dove abitavamo nel 1972 ai tempi del terremoto. Infatti
io per tornare a casa passo proprio per Posatora perché di là
poi c'è una scorciatoia che porta in modo più diretto a
casa e comunque passando per Posatora la via è la più corta.
Ieri sera per godermi la vista della 124 ho in pratica chiuso bottega
con Piero senza accorgermene. Anche perché un altro amico suo rievocava
i tempi dal 1960 in poi e parlavano di tutti i modelli italiani dell'epoca,
modelli che mi piacciono tantissimo. E questo tizio è rimasto sorpreso
dalla mia memoria per quelle auto: "io ero bambino ma siccome le
auto mi sono sempre piaciute, le ricordo abbastanza bene", gli ho
spiegato.
Soprattutto adesso sono più tranquillo: come ti avevo accennato,
una volta finiti i lavori, la 124 sta meglio da Piero. Perché Piero
- finché non comincerà a metterci le mani - la tiene ferma,
al coperto, in un posto.
Gli ho portato anche i pezzi da me ripuliti e sistemati e adesso il gigantesco
puzzle è pronto per essere riassemblato. Da adesso in avanti c'è
la parte più piacevole, quella finale di quando si tirano le somme
e si vede il risultato. Non ci sono veramente impazzito né ho dovuto
girare come un matto per reperire i vari pezzi, ma comunque ci ho speso
diverso tempo, mi ci sono impegnato... soprattutto mi sono reso conto
che la mia presenza e le mie attenzioni, in tutte le fasi del restauro
e di posto in posto, sono state molto importanti.
mi
rifaccio vivo dopo una piccola pausa: ieri sera siamo andati a visitare
il Parco di Posatora; siamo tornati nel mio caro vecchio quartiere di
Ancona che spesso ho menzionato per via delle vicende della 124. Dunque
questo quartiere, che ha una notevole vista sul mare e si trova a nord-Ovest
della città, è stato due volte sfortunato rispetto al resto
della città stessa: il 12 Dicembre 1982, quasi undici anni dopo
il terremoto di cui abbiamo parlato, Posatora ha subito una rovinosa frana
che ne ha distrutto la metà e ha portato a valori irrisori la sua
commerciabilità e valutazione nel settore immobiliare. Questo perché,
appunto, si affaccia sulla città e sul porto ma è costituito
da un terreno instabile e franoso.
In autunno di quell' anno ci furono delle piogge particolarmente abbondanti.
Forse furono quelle che fecero letteralmente traboccare il vaso.
Nella notte cominciò un lento movimento franoso. In seguito la
gente raccontò che ad un certo punto le case cominciarono a scricchiolare
sinistramente e delle crepe cominciarono ad aprirsi nei muri. Tutti pensarono
subito al terremoto, di fresco lugubre ricordo ma non c'era né
boato né fremito alcuno! solo che le case si cominciavano a disfare
lentamente. Così non ci furono vittime e tutti riuscirono agevolmente
a salvarsi, ma metà quartiere sprofondò giù per il
dirupo mentre molte altre abitazioni rimasero deformi, pericolanti e inagibili.
Purtroppo fra queste c'era un ospedale oncologico regionale che funzionava
a pieno regime, un ospedale geriatrico con annessa lunga degenza e ospizio,
la mia scuola elementare, la caserma della Polizia e parecchie ville miliardarie.
Fu un colpo durissimo per la città.
Anche qui il tempo è volato a velocità supersonica e sono
passati ben 25 anni, un quarto di secolo! nel frattempo una commissione
di esperti a livello mondiale venne a studiare il caso. Dopo diversi anni,
reperiti i fondi necessari, l'intera zona è stata bonificata; innanzitutto
sono state demolite le decine e decine di edifici pericolanti, tra cui
– sigh! - la mia vecchia scuola, a un tiro di schioppo dalla chiesetta
di Piazza Padella, dove hanno battezzato Andrea e abbiamo quella bella
foto in B/N coi miei zii e la 160-502. La chiesetta, miracolosamente scampata
è stata stupendamente restaurata e rimane quasi sola, in mezzo
a quell' oramai deserto, mitigato solo dalla presenza del Parco.
La parte nord di Posatora è stata stravolta. Poche centinaia di
metri più avanti di dove abitavo, il cuore di Posatora, è
rimasto intatto, e di lì comincia questo parco, preannunciato da
un immenso parcheggio. Poi c'è la "collina delle macerie",
che sorge al posto della mia piccola scuola e sopra la strada che a monte
portava all' oncologico e a valle alla chiesetta.
Poco prima della chiesetta resiste un vecchio fatiscente edificio, inagibile
e con gli avvolgibili sinistramente storti, al cui piano terra c'è
un vecchio circolo /baretto per anziani, di quei circoli che puzzano di
vecchio, di fumo, con suppellettili che sono degli anni 50/60, dove tutto
è inesorabilmente ingiallito; ci sono naturalmente arcaici ventilatori
al soffitto, vecchi neon, mosche morte, calendari della birra Peroni dove
ogni giorno devi mettere le cifre, l'immancabile orologio a lancette enorme,
stile stazione F.S.... dove i vecchi giocano sempre a carte, per non parlare
delle bottiglie di certi liquori dai nomi scomparsi e il vecchio frigorifero
che ronza come una stazione di energia.
Naturalmente la "collina delle macerie" rimane sotto: sopra
c'è un bel parco giochi, pieno di alberi e di verde. Scesi sotto
la chiesetta, sulla strada maestra c'è una meravigliosa veduta.
Al posto della file di case sul mare c'è un altro parcheggio. Poi
c'è un altro bel parco. Hanno fatto dei miracoli. La collina discende
oramai dolcemente verso il mare, tanto che con venti minuti di cammino
ci si arriva a piedi. Ci sono campi di fieno oramai falciato, alternati
a terrazze speciali.
All'epoca pensarono di piantare enormi pilastri di cemento del diametro
di circa 1,5m, sporgenti dal suolo un metro: ad essi sono state ancorate
enormi guaine verdi di materiale sintetico fatte a mo' di tasche e piene
di terra, profonde parecchi metri. Un sistema empirico ma efficace per
cercare di fermare il terreno instabile. Il tutto è poi stato fatto
oggetto di colture di rimboschimento intensivo, ogni tanto intersecate
da canali di scolo in cemento. Adesso sembra che lì non sia successo
mai niente e che sia stato sempre così. Una vera opera d'arte.
Che bello ieri! C'era un tramonto meraviglioso: il sole calava e si nascondeva
dietro Falconara, lasciando sul golfo una striscia giallo-rossa veramente
suggestiva. E abbiamo anche rivisto la via all'epoca teatro di tante paure
ma adesso - anche lì - scrigno anche di tanti bei ricordi, oltre
quello della mitica Grigiona.
E, a proposito di 124: è più di una settimana che non vado
da Piero. Questo perché una decina di giorni fa sono andato lì
solo per vedere gente indaffarata e poco propensa alle chiacchiere. Piero
ha nascosto la 124 in un androne buio perché quando era in vetrina
tutti i ficcanasi/perditempo che passavano di lì non le disdegnavano
una visita, interni compresi. Sennonché la nostra povera rischiava
di prendere pure qualche sportellata. Così Piero, stufo di quelle
visite spesso maldestre quanto inopportune, ha deciso di nasconderla.
Si è premurato anche di dirmi che curerà lui personalmente
il rimontaggio della 124.
hai
per caso visto ieri sera lo sceneggiato su Carlo Alberto Dalla Chiesa?
Oltre che interessante di per sé, perché ci fa rivivere
un momento tragico del nostro passato, ad un certo punto, quasi all'inizio
dello sceneggiato, ricostruiscono l'assassinio del procuratore Cocco:
ti arriva bellamente in primo piano una 124 versione II, identica anche
come colore, a quella di Lino Ventura,
la classica auto "servizio di stato" di allora. Si ferma proprio
davanti lo schermo, occupandolo tutto, esce il poveraccio e poi le BR
gli sparano; quando sparano anche all'autista inquadrano perfettamente
la 124 anche da 3/4 a destra in alto e la si vede benissimo!
La cosa che apprezzo di più in assoluto è che questa, come
le altre auto storiche, non le scalfiscono nemmeno per fare il film. La
124 infatti si vede ogni tanto come comparsa in altre scene. E lo stesso
tutte le auto storiche che ci hanno visto bambini: la Fiat 125S con cui
Dalla Chiesa si reca all'incontro con un piduista, le 128 dei brigatisti
e dei caramba, il Maggiolone della famiglia del Generale e un sacco di
altre auto dell'epoca (le varie Alfa dell' Arma, ecc.).
Ieri sera, come 29 anni fa, mi si è parata davanti lo schermo della
TV del tutto inaspettata una 124! quando ho cominciato a vedere il film
non pensavo alle auto, anche perché quelle del '78-79 erano le
131, le Ritmo e le Alfetta; ma è anche vero che all'epoca le auto
ministeriali e delle FF.AA. erano ancora quelle che ho nominato prima.
Venendo alla nostra di 124, Piero mi ha annunciato un'imminente ripresa
dei lavori e tutto sembra andare per il verso giusto. Ho sentito anche
la Elisa la quale mi ha rassicurato che prima di mollare l'impiego all'autoscuola
porterà a termine l'incarico della pratica relativa al passaggio;
a questo proposito ella ancora aspetto il certificato di proprietà!
sono quasi due anni!! mi sono raccomandato a lei. Più andiamo avanti
e più mi prende la fregola di potermi mettere al volante della
nostra amata e di portarmela a casa! [in seguito la ragazza della Autoscuola
ha portato avanti l’ impegno con una professionalità e una
diligenza esemplari N.d.R:]
Ciao
Cinzia, oggi sono stato dalla coppia di anziani nel mio vecchio palazzo
di via Piemonte n.4 perché mi hanno dato i documenti relativi al
garage che mi venderanno; e poi sono stato in banca a inoltrare la pratica
per la richiesta del mutuo.
Ogni volta che entro nel nostro vecchio palazzo a Via Piemonte è
come se non ne fossi mai andato via: mi sembra di essere sempre rimasto
lì ad abitare, sebbene siano esattamente 28 anni proprio questi
giorni che ne siamo andati via; e soprattutto sia stato anni e anni senza
tornarci. Ma il mio cuore è rimasto lì.
Sperando di non annoiarti, a questo punto voglio raccontarti una cosa
curiosa. Via Piemonte è quella che ti mando nella cartolina allegata.
All' epoca la via era piena di 124 e quello fu il periodo in cui cominciò
il mio acculturamento sul modello. Puoi distinguere appena una 124 I^
serie, colore azzurro. Quell' auto era di un povero diavolo di meccanico
che abitava nel palazzo di fronte al mio, l'aveva comprata usata ed era
targata Roma*975224; la teneva da cane, stava là fuori a cento
metri dal mare e le prime a volatilizzarsi, divorate dalla ruggine, furono
le borchie delle ruote.
Successivamente egli acquistò anche il relitto di una povera 1200
serie III, colore blù scuro Fiat 456, reduce da un terribile incidente
stradale che le aveva sventrato la fiancata sinistra. In un paio di pomeriggi
egli la smantellò sotto un porticato. I pezzi recuperati li trapiantò
sulla sua azzurra, la quale ricevette il motore, i suoi cerchioni bianco
sporco, il paraurti posteriore, il tachimetro nero e il volante senza
cerchio. Quando questa povera I^ serie, nel frattempo ritargata AN*277970
morì di vecchiaia, egli la sostituì con un'altra 1200 serie
II che fece curiosamente ridipingere tutta grigio metallizzato con sportelli
e cofani blù 456!
Nel frattempo, giunto da Roma o provincia, nel mio palazzo era arrivato
un maestro di scuola elementare con famiglia. L'ometto, un tipo basso
e pelato, aveva una 124 1200 serie III verdino chiaro 374 come quella
di Stefano Recchia, con i cerchi bianco sporco. Era sicuramente del 1974
perché era targata Roma*M03435 e aveva i paraurti ultimissimo tipo
coi rostri neri di gomma.
Mi ricordo che una mattina dell' inverno 1978/79 egli partì con
questa auto, ma avendo nevicato durante la notte, quando si fermò
allo stop all'estremità inferiore della foto fu tamponato da una
128 blù come quella di mio padre. La traversa posteriore della
124 si piegò all'indentro, i fanali andarono tutti in frantumi
e il cofano si aprì di colpo verso l'alto. Quando passai con mio
fratello per andare a scuola, vidi il proprietario della 128 che imprecando,
rimuoveva i pezzi della calandra dalla traversa posteriore della povera
124.
Per un po' di giorni il piccoletto coprì il bagagliaio con un telo
di nailon per evitare che si riempisse d'acqua, perché anche questa
poveretta stava fuori, poi l'auto fu riparata. Ritargata nel frattempo
AN*286930, incontrò in quella via una ingloriosa quanto prematura
fine: infatti a soli dieci anni di vita fu gettata via perché nel
frattempo la salsedine l'aveva letteralmente mangiata. Il mare infatti
rimane subito a sinistra dei campi da tennis che vedi nella foto.
I pezzi che procurammo al buono-a-nulla che aveva la nostra Grigiona provenivano
proprio dalla 1200 serie III cannibalizzata dal meccanico. Compiuta la
sua opera logica e razionale, egli abbandonò il relitto in una
via lì sotto. Nottetempo io e Marco, sgattaiolando furtivi ed eludendo
la sorveglianza del nostro ...esuberante padre, andammo a "spigolare"
su quel relitto, raccattando gli scarti degli altri.