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il restauro della 124 - 6° e ultima parte: fine dei lavori
Indice di tutti i capitoli delle fasi del restauro della Fiat 124
capitolo precedente restauro 5° parte
La 124 è finalmente pronta 14-5-2008
Ciao
Cinzia!
Martedì mattina u.s. dovevo andare a ritirare la 124 dal gommista
perché era pronta, benché il giorno prima le camere d’aria
nuove non fossero arrivate. Egli mi ha spiegato che allora aveva scelto
le migliori tra le vecchie e aveva preparato l’auto perché
questo è un momento che le camere d’aria nuove non si trovano
e quelle usate non erano poi tanto male.
Martedì mattina, di malumore perché piovigginava, partiamo
con Paola e la sua preziosa Twingo. Si fa tardi e arrivo dal gommista
a metà mattinata. Ma ha smesso di piovere e la strada si è
asciugata. La 124 ha un aspetto meraviglioso coi suoi cerchi originali
e mi affretto allora a montarle le quattro borchie nuove. Cominciamo subito
ad incassare complimenti: “di chi è questa bella 124?”
mi fa un signore che ha portato un furgone, e io fierissimo “è
mia, le piace?” e giù complimenti, anche per il restauro
professionale eseguito. Questi si presenta come il vice-presidente del
Club Motori di Ancona. Anche il gommista si complimenta molto con me perché
ho voluto un restauro radicale e definitivo, di alta qualità; “è
stato un sogno farle la convergenza, è tutta nuova!” mi fa
colmandomi di soddisfazione. Pago il gommista, carico le vecchie ruote
di recupero sulla Twingo, la parcheggio e …non resisto dal partire
con la 124.
Piero aveva perfettamente ragione, la 124 pare che chiedesse solo di camminare!
emozionantissimo parto piano-piano scaldandola e imbocco una strada dove
non si può correre e quindi adatta al collaudo. La 124 va che è
una meraviglia, risponde benissimo, non una esitazione, non uno strappo!
il suo motore nuovo gira perfetto e riscopro – perché dimenticati
– alcuni toni strani, quasi da 131. Sono emozionato, sono fuori
di me ma mi controllo perfettamente. Arrivato in cima al quartiere “Pinocchio”
giro per Posatora poi torno indietro, in direzione officina di Piero.
Constato con estrema soddisfazione che la 124 frena pure bene, oltre ogni
rosea aspettativa. Mi era rimasto il brutto ricordo dei vecchi esemplari
usurati, guidati da ragazzo, Grigiona in primis, che non frenavano quasi
per niente, la sgradevole sensazione di un’auto pesante e inarrestabile.
La nostra veterana rinnovata invece è efficientissima. Certo non
è consigliabile inchiodare subito, come con qualsiasi macchina
nuova in rodaggio del resto, e infatti all’ altezza di villa Igea
una sprovveduta di mezza età quasi pensa di buttarsi proprio sotto
le mie ruote per la fretta di attraversare all’ improvviso fuori
delle strisce: vuoi scegliere un’ altra auto qualsiasi, magari moderna
e rodata? non posso fermarmi in tempo e tiro dritto.
Arrivo da Piero che mi aspetta contento e mi chiede come va: “è
un orologio! è perfetta! avevi perfettamente ragione, bisognava
solo camminarci!” gli rispondo entusiasta e lui, giustamente, si
gonfia di orgoglio e di soddisfazione. “Mi raccomando, guidala con
moderazione, è sempre una vecchia signora; per i primi tre-quattromila
chilometri non tirare le marce!” si raccomanda Piero il quale può
dormire su due cuscini al riguardo! lo ringrazio sempre per la sua opera
insostituibile perché quest’ auto la devo principalmente
a lui e alla sua generosità impagabile; vado poi nell’ altro
corpo dell’edificio per effettuare la revisione. Suo figlio Moreno
mi accoglie gentile e disponibile come sempre, la 124 fa un figurone ed
egli la sottopone al collaudo della M.C.T.C. rigoroso come fosse un’
auto contemporanea. “Accidenti come frena!” mi fa lui dall’abitacolo
mentre prova l’auto; “e ti meravigli? me l’ha revisionata
tuo padre….” gli rispondo. Anche Moreno si interessa molto
a lei, mi fa tante domande e gli scatta pure qualche foto.
Passo da Leo e soci a salutarli e tutti mi accolgono calorosamente. Colgo
nei loro sguardi l’orgoglio e la soddisfazione di aver eseguito
un bel lavoro, la mia gioia e il mio entusiasmo li contagia: “e
mi raccomando – fa Leo – quest’auto non deve prendere
l’acqua piovana!” mi ripete per l’ennesima volta; e
anche lui può contare sulla mia determinazione per far sì
che anche quest’altra regola sia rispettata. Sono oramai le undici
e trenta, è tardi e finito tutto porto la 124 a casa. Mi rendo
conto solo adesso che, temendo una emozione troppo forte per il troppo
a lungo atteso evento, questa mattina, prima di arrivare dal gommista
mi sono dovuto preparare psicologicamente! comincia a fare caldo, apro
il finestrino, imbocco via Ascoli Piceno in direzione Posatora. Quando
arrivo su in cima a Piazza Padella, dove nel lontano Dicembre 1971 battezzarono
Andrea (v. le relative foto in B/N su questo sito) mi viene l’idea:
alla rotatoria, anziché proseguire per casa giro per Posatora.
Emozionantissimo scendo giù in via Monti Sibillini e, per la prima
volta dopo più di 36 anni – stavolta al volante – ripasso
davanti la nostra casa dei brutti tempi del terremoto, sempre a bordo
di una 124, una gemella identica alla Grigiona e scura come lei. Una valanga
di ricordi sopiti mi sommerge; molte cose, specialmente sensazioni, le
avevo oramai dimenticate! compiuto il mio “pellegrinaggio”
a caccia di emozioni riporto la 124 verso casa. E’ una vera gioia
sentirla rombare tranquillamente, dopo i primi chilometri sembra che la
guidi da una vita.
Il suo comodo cambio a cloche sul tunnel è dolce e rapido negli
innesti, la corsa della stessa è corta, le marce pure, la terza
in particolare. Sono in perfetta sintonia con lei, sembra che ci siamo
cercati per anni e ci siamo finalmente trovati. Sto – in un certo
senso – procedendo alla cieca, in quanto per un comprensibile errore
di rimontaggio in carrozzeria, mi hanno combinato qualche pasticcio e
quattro delle sette spie di controllo del quadro strumenti non funzionano:
tra di esse le due fondamentali della riserva e della dinamo; per non
parlare di quella dell’acqua.
Arrivo a casa e la parcheggio in garage. Poi vado con l’autobus
a riprendere la Twingo di Paola. Sono contentissimo. Sull’autobus
sento ancora nelle orecchie il rombo del motore della 124 e ripenso anche
ad altri suoi rumori che mi ero dimenticato: il rumore del rotolamento,
della meccanica, c’è anche “un’ombra, un tono
di 1100R”, dato che la componentistica tutta è contemporanea.
Nel pomeriggio, come da accordi, vado dal buon Luciano, l’ anziano
elettrauto di cui ti ho parlato. Anche a lui piacciono le auto d’epoca,
anche lui ha avuto la 124. E soprattutto è una persona calma e
paziente. Dopo scherzi e battute cominciamo subito il lavoro; io cerco
di aiutarlo come posso e oramai esperto, smonto con cura lo strumento
del tachimetro. Scopriamo subito che la spia della riserva non fa contatto
bene e la sistemiamo. La spia degli abbaglianti non si accende in quanto
hanno rimontato dei fili a rovescio. Infatti non funzionava nemmeno l’
abbagliante sinistro e la spia dell’acqua, che adesso sistemata
“arde” prontamente.
Per quanto riguarda la dinamo segnalo una piccola gaffe commessa dal pur
buon Andrea in officina lì da Piero, e cioè che in fase
di rimontaggio del motore nel Dicembre scorso, egli mi ha tagliato via
il filo relativo per ignoranza. Il buon Luciano, individuato rapidamente
il moncone esegue un riallaccio perfetto e poco dopo, sistemati pure i
connettori del regolatore, anche la spia della dinamo arde allegramente.
Quando tutte le spie e le luci sono a posto e funzionano regolarmente
rimane un solo grande dilemma: l’indicatore del livello della benzina
che è come morto e non vuol saperne di risvegliarsi.
Luciano non riesce a capire, si affaccenda col suo cercafase, la corrente
c’è sia al serbatoio della benzina, al galleggiante, sia
al quadro; la spia della riserva si accende regolare. Alla fine concludiamo
che il deleterio scambio di fili ha preteso il suo obolo fulminando l’indicatore.
Allora egli fa un paio di telefonate e quando l’auto è pronta
mi manda in un’ officina di Ancona che ha proprio tutto. Ma mentre
il compenso che il buon Luciano mi chiede per due ore di lavoro a regola
d’arte è davvero modesto, là mi fanno capire subito
che non saranno teneri. E’ un’officina-vintage dove riparano
tutte le strumentazioni: fa anch’essa parte del Club Motori di Ancona
e dentro c’è, discretamente conservata ma da restaurare,
una splendida 750 Abarth dei primi anni 60, originale. E’ bellissima.
Sono invitato a ripassare il giorno dopo perché al momento hanno
trovato solo il pezzo analogo per la Zhigulì, ma è in cirillico
e devono quindi cercarne uno Fiat per me.
Nel frattempo si è fatto un po’ più tardi del pattuito,
dovrei andare a prendere Paola in ufficio e allora le telefono: “Paola
sai, la Twinghina ha avuto un piccolo guasto… faccio un po’
più tardi…” le dico cercando di non ridere; “oh
no! non ci voleva, e adesso?” mi risponde lei un po’ dispiaciuta.
“sta tranquilla, sono qui da Luciano, non è niente, tra dieci
minuti arrivo!” le rispondo. Poi la vado a prendere con la 124.
Quando arrivo vengo accolto trionfalmente dai colleghi che stanno uscendo:
presto si forma un capannello di persone, i complimenti e le lodi si sprecano.
Un elettricista nostro amico comincia a scattarle una marea di foto, tutti
vogliono vedere la 124, tutti chiedono, tutti la ammirano; poco dopo arriva
una collega di Paola: “ ti ho visto arrivare, non potevi che essere
tu! che bella!” mi fa e io, gonfio come un piccione, mi godo questo
momento. Arriva Paola ignara e spensierata, vede la gente, si accorge
della mia aria divertita e scoppia a ridere avvistando il sorrisone cromato
della 124:”dovevo immaginarlo! come ho fatto a crederti? la Twingo
va bene!...”. E’ un momento di euforia generale. La 124, bellissima
e pulita, brilla alla luce del sole e sembra gongolarsi e godersi gli
apprezzamenti che le piovono da tutte le parti. E’ con grande gioia
che ripartiamo per casa con Paola. Io e lei sulla 124, come su un’auto
moderna, con le nostre cinture allacciate; lei poi, dopo un primo assaggio
delle capacità della vettura che funziona da nuova in tutto e per
tutto, è tranquilla.
Guido felice e rilassato, la 124 ci porta dolcemente verso casa e Paola
ne apprezza la grande abitabilità e comodità. La sera sono
felicissimo e faccio una gran fatica a stare calmo. Quando vado a dormire
però il pensiero dell’indicatore della benzina mi tormenta;
poi verso mezzanotte mi viene il “lampo di genio”: ma sul
mobile del mio studio c’è giusto il contachilometri del relitto
di Jesi, tutto scassato e non più funzionante ma con l’indicatore
del livello benzina che dovrebbe essere intatto!
Riesco a prendere sonno tranquillamente ma la mattina dopo inforco la
mia moto e, col vecchio tachimetro accuratamente imballato, mi fiondo
dal buon Luciano. “ Luciano, Luciano, guarda che ho!” lo apostrofo
allegramente porgendogli il vecchio strumento; “possiamo provare
lo strumento della benzina? è l’unica cosa che dovrebbe funzionare”
gli dico, spiegandogli poi la provenienza.
Contento egli attacca l’alimentatore e poco dopo la lancetta gialla
guizza allegra sotto l’impulso della corrente! siamo molto contenti
e Luciano allora mi consiglia di lasciar perdere tutto e installare questo
indicatore alla nostra beniamina. Appena arrivato a casa, con tutti gli
attrezzi necessari mi chiudo in garage e, in compagnia della radio della
Grigiona mi metto all’opera. Con estrema attenzione smonto i due
strumenti, il vecchio e l’ attuale che equipaggia la nostra 124;
con l’occasione pulisco bene quest’ultimo. L’esperienza
maturata in gioventù in questo genere di cose mi è ovviamente
preziosa. In poco tempo mentre il tachimetro-soprammobile diventa tale
definitivamente, la nostra amata riacquista la funzionalità dell’indicazione
del livello benzina. Rimontato il quadro di controllo, appena dò
contatto posso leggere che ho circa un quarto di serbatoio come livello.
La giornata di Giovedì la passo tutta attorno alla 124. E’
il suo momento tanto atteso, un padroncino che la ama e che se la coccola
premurosamente. Sostituisco così il gruppo degli interruttori dei
servizi a sinistra del piantone del volante con un altro pulito e revisionato;
smonto e pulisco la copertura del canotto del piantone, pulisco la morsettiera
ed elimino alcuni fili del vecchio impianto radio; riparo l’interruttore
del ventilatore interno che si era inceppato, poi lavo accuratamente tutto
il cruscotto e gli interni in finta pelle.
Tolgo i giornali oramai vecchi dal fondo e passo l’aspirapolvere.
Lucido il cruscotto con lo spray apposito, pulisco tutti gli interni,
bagagliaio compreso. Reinstallo il martinetto dopo averlo ripulito, la
scatola degli attrezzi rimessa a nuovo nell’inverno del 2006 e il
triangolo. Appendo un deodorante e applico la taschina portabollo per
il tagliando dell’assicurazione. Quando la 124 è pronta e
pulita carico i sovra-tappeti di gomma nuovi e, previo accordo telefonico,
mi reco dal bravissimo Rolando, il famoso tappezziere. Con questa scusa
mi faccio un altro viaggetto con la mia amata e, fierissimo, riparto per
Ancona.
Mi sento soddisfatto e appagato, manovro con dolcezza la leva del cambio,
la 124 allegra va che è un piacere. In giro qualcuno mi guarda,
io rispetto tutti e in genere gli altri rispettano me. Qualche adolescente,
sorpreso, si chiede che diavolo di macchina sarà mai quella; gli
anziani si girano con nostalgia. Molti – giustamente – non
si accorgono nemmeno di me. Devo prestare attenzione perché quando
passo davanti ai negozi dalle ampie vetrate ho la tentazione di ammirare
l’ immagine riflessa dell’auto. Oppure qualche volta sono
come ipnotizzato dal magico tachimetro che finalmente vedo funzionare
dopo tanto tempo, mentre il rumore del motore è musica per le mie
orecchie! me la ricordavo molto più rumorosa, forse la marmitta
ancora non si è bucata a dovere… ehehehe! la strada e le
buche invece si sentono molto, forse a causa anche di come siamo abituati
oggi con le auto moderne.
Quando arrivo alla sua bella bottega, Rolando è contento di vederci,
me e la 124. Gli piace molto e, dopo averla guardata per bene, si mette
subito al lavoro con una precisione teutonica. Si vede che anche lui è
un esperto del suo mestiere, lavora con grande capacità e conoscenza,
ha tutti gli attrezzi adatti. “Questa linea è per la 124S
che aveva anche il mobiletto per la radio, quest’altra invece è
per la tua che ne è priva” mi spiega misurando, tagliando
e rifilando le varie forme predisposte.
In un’oretta fatta anche di chiacchiere, scherzi, notizie la 124
riceve il tocco finale, l’applicazione a regola d’arte dei
suoi tappetini originali. Adesso è il massimo! Adesso posso dire
che la mia amata è finalmente pronta, terminata. Ogni angolo è
stato curato, guardato, lavorato, revisionato… posso veramente dire
che quest’auto è stata in pratica ricostruita. L’effetto
è per me il massimo, corrisponde esattamente a ciò che mi
ero prefissato. Quando vado per pagare Rolando non ne vuol sapere! mi
curo di spiegargli che io volevo solo le sue cure esperte per la mia amata
ma che vorrei pagare il dovuto; ma egli è irremovibile, ormai si
è cementata una bella amicizia, rinforzata anche dal recente successo
del salvataggio della 124S [quella di Carmelo, N.d.R].
Giovedì sera Cinzia posso dire di aver concluso nel modo migliore
questa lunghissima opera di paziente ricostruzione della nostra amata!
possiamo dire con soddisfazione che abbiamo voltato un’altra grande
pagina. Sono trascorsi due anni e mezzo da quell’ormai lontano 14
Novembre 2005 quando ci conoscemmo là a Pisa e andammo dal notaio
per il passaggio di proprietà. Nota come il numero 14 sia fortunato
per le 124 di casa: 14 Luglio 1971 la Grigiona fa il suo ingresso nella
nostra famiglia; 14 Novembre 2005 la nostra attuale beniamina ha un’altra
vita davanti; 14 Maggio 2008 la nostra veterana è su strada e fa
il suo vero ingresso a casa!
Un’altra cosa doverosa che devo sottolineare è questa: quest’
auto sopravvive ai nostri giorni ed è entrata in mio possesso grazie
ad una schiera di donne: la tua cara Mamma che l’ ha tenuta bene
per tutti quegli anni; tu che l’hai conservata intatta anziché
buttarla via e che le hai caparbiamente cercato un nuovo padroncino (e
ti pare poco?); Paola che me l’ha regalata, accettandola anche a
prezzo di grandi sacrifici del menage familiare; Elisa dell’agenzia
che si è veramente data da fare per tutto questo tempo contro la
morsa della burocrazia e alla fine l’ha spuntata lei! come potrò
più sopportare di sentire il vecchio adagio che vuole le donne
in conflitto col mondo dei motori?
Tutti mi fanno rimarcare invariabilmente come gli interni siano ben tenuti
e conservati, come siano belli e originali; e anche questo è merito
di una donna perché generalmente le donne con la loro grazia non
rischiano di sfondare i sedili, di spezzare le levette delle frecce, di
rompere l’ anello del clacson che, invecchiando, tendeva a indebolirsi
e altre cose del genere. Poi ci sono anche le sfascione.
L’auto inoltre è tutta originale, specie il complesso carburatore/filtro
dell’aria perché una donna di sicuro non va a modificare
né queste cose né altro. E’ stata questa una garanzia
di assoluta autenticità di ogni parte della vettura, cosa che spesso
invece non è garantita da un uomo, più attento alle modifiche
e migliorie (per non dire taroccamenti). E se anche a casa vostra non
ci fosse stato un altro …Nuvolari la robustezza della 124 le ha
garantito la sopravvivenza; queste vecchie Fiat, veri muli da soma, si
accontentavano di un po’ d’olio e un po’ d’acqua.
E adesso con Paola ridiamo perché sebbene lei la trovi superata
per i giorni nostri, riconosce con piacere che la 124 è perfettamente
efficiente ed è pronta a svolgere il suo lavoro di sempre: se paradossalmente
volessimo arrivarci fino a Parigi, sono sicuro che la 124 ci porterebbe
su tranquillamente come niente fosse… e uno dei suoi più
bei complimenti è stato che io e quest’auto siamo perfettamente
amalgamati!
Con l’ultimazione di questa non piccola opera mi sono tolto la più
grande soddisfazione della mia vita; certo non è la più
grande in assoluto, sappiamo bene che ci sono ben altre cose oltre questa
ma questa per me era ed è oltremodo importante. Adesso quest’
auto ha una nuova piacevolissima vita davanti, vita fatta tutta di piaceri
e riguardi. Mai più fatiche, mai più intemperie; lo spettro
della vecchiaia e della pressa del demolitore sono solo un brutto ricordo.
E soprattutto, quando la guardo e la ammiro, mi sembra di rivedere la
nostra amata Grigiona perché questa, così scura, sembra
davvero la macchina di mio padre.