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il restauro della 124 - 5° parte: il riassemblaggio del motore

Indice di tutti i capitoli delle fasi del restauro della Fiat 124

capitolo precedente restauro 4° parte

Una sorpresa 5/12/2007

Ciao Cinzia, ieri è stata una giornata movimentata per me ma veramente ricca di novità: quando sono uscito dall'ufficio sono passato da Piero. Sai che avevo diradato al minimo storico le visite in quanto loro hanno da fare e la 124 faceva solo polvere; ebbene ieri vado là più per necessità di passare mezz'ora prima di un altro impegno e che trovo? Piero in pieno lavoro attorno al motore della 124!
L' aveva fissato su un cavalletto e lo stava rimontando. Ieri aveva riassemblato l'albero motore e i pistoni e fuori aveva aggiunto il kit degli ingranaggi, ruote dentate e catena della distribuzione, tutta roba nuova di fabbrica. Uno dei ragazzi allegro e di buon umore mi ha apostrofato " ehilà, non ti pare vero eh?" e io tutto contento; "ti avevo detto che a Natale volevo mandarti giù da tuo padre con la 124!" mi fa Piero visibilmente contento e divertito dalla sorpresa e dalla gratitudine che manifestavo nel trovare questa bella novità. Allora io gli ho spiegato che non mi aspettavo mi avesse fatto il lavoro per Natale perché li sapevo oberati di lavoro; mi aspettavo che la cosa sarebbe slittata a Gennaio o giù di lì, ma Piero è una persona di parola e mantiene gli impegni presi.
Il laboratorio di Piero è letteralmente ingombro di pezzi: dovunque ti giri ci sono pezzi del motore della 124. A terra, coperto con un telo, aspetta il gruppo del cambio, revisionato.
In teoria i numeri ci sono tutti perché io possa portarmi a casa la nostra amata veterana per Natale, anche se non ci speravo più. Il fatto è che quando attendi una cosa per giustificati motivi la faccenda è accettabile perché sai che è giusto; sai anche che queste persone non ti prendono in giro, anzi fanno del loro meglio per aiutarti.
Il brutto è quando aspetti alla cieca il non-operato di ectoplasmi statali impastoiati in loro inutili beghe, spesso inutili quanto loro. E’ il caso del nostro passaggio di proprietà [ci sono voluti quasi due anni, N.d.R.] Lì la cosa comincia a diventare pesante perché malgrado tu abbia adempiuto a tutti i tuoi doveri di cittadino sei impotente e in loro balìa. Questo ovviamente succede solo qui in italia e in paesi di quarto mondo come questo.


Finalmente i lavori sono ricominciati alla grande 8/12/2007

Ciao Cinzia, questa sera sono quasi euforico perché i lavori alla 124 sono ricominciati alla grande e questo è l'ultimo round! Mercoledì u.s. sono andato da Piero il quale, senza tanti complimenti mi dice di recarmi ad un vicino ingrosso di materiale industriale e acquistare una bomboletta di nero a spruzzo.
Sul suo "tavolo operatorio" aspettano la coppa dell'olio e il coperchio delle punterie che lui si è già ammattito a pulire meglio che poteva. "Dai, pitturali, quello è un lavoro che puoi fare ancora te... e mi raccomando, fallo bene!" mi dice fra il serio e il faceto. Io, ancora vestito bene perché proveniente direttamente dal lavoro, vado a questo magazzino e per un paio di €uri compro una bomboletta di nero opaco.
Torno da Piero, mi levo il cappotto e con una certa attenzione, mi metto all'opera; viene fuori un lavoro soddisfacente, poi Piero mi dà appuntamento al pomeriggio di oggi.
Questo pomeriggio carico le ruote della povera 124 "Special" di Piane di Falerone e con Paola andiamo da Piero. Per strada ne debbo gonfiare una presso il mio distributore e verso le 18,30 siamo da Piero. Come anticipatomi egli ha posto l'auto sul ponte sollevatore e io, mentre Paola se ne va a fare la spesa, sostituisco temporaneamente queste ruote di ricambio alla 124 per potermi portar via le sue originali. Lunedì p.v. le porterò dal gommista che mi libererà i cerchioni e recupereremo le preziose camere d'aria. Poi farò sabbiare questi cerchi e Leo me li rivernicerà a forno.
Domattina Piero mi aspetta perché ha intenzione di completare il motore; stasera l'ho vista per la prima volta da sotto dopo il preciso lavoro fatto da Leo: il bravo artigiano ha eseguito un lavoro eccellente. La 124 è veramente rinnovata, il sottoscocca è ricoperto da uno spesso strato di catrame opaco, Leo non ha tralasciato il minimo dettaglio e l'auto sembra uscita ieri di fabbrica. Ho portato Paola sotto il ponte e sotto l'auto, illustrandole ed evidenziandole tutte le parti nuove e gli interventi che l'auto ha subito, mostrandole in una parola il processo di rinnovamento completo.
Così lei, davanti tutte quelle parti nuove, i grossi bulloni luccicanti color oro o argento, si è definitivamente convinta della sicurezza che l'auto ha riacquistato. In pratica solo il monoblocco e la testata sono rimasti originali, seppur revisionati.
Sono felicissimo: sto assaporando un momento atteso da ben ventinove anni! un momento che non ha prezzo. E sai la ciliegia sulla torta? uno dei figli di Piero ha la moglie moldava; sennonché egli si reca là abbastanza spesso. Parlando della reperibilità dei pezzi davanti la nostra veterana sul ponte, egli mi ha detto che un parente di sua moglie ne possiede una. Allora gli ho chiesto se quando si recherà di nuovo in Russia mi può recuperare un volante nuovo ed egli ha accettato di buon grado. [Moreno è stato di parola e tempo dopo mi ha portato un volante discreto che tengo di scorta].


 

Il motore è quasi completo 13/12/2007

Cinzia, ti avevo detto che i lavori erano ricominciati alla grande? allora seguimi in questo piacevole resoconto! Ieri pomeriggio, tutto indaffarato, parto con la Twingo di Paola che è il nostro muletto tuttofare. Dentro ho altre due ruote di ricambio della 124 "Special". Vado da Piero, carico le ruote originali della nostra 124 e poi vado dal gommista. Lì tira una brutta aria, il vecchio Giovanni è scuro e incavolato: qualcuno gli ha fatto perdere la pazienza e mi accoglie alquanto bruscamente.
"Hai le ruote della macchina vecchia? ma adesso io sono incasinato e non ho tanto tempo.... dovrai aspettare almeno che facciamo quella lì" mi apostrofa, indicando una Stilo 5 porte blu notte. Sul ponte attende invece un' Alfa 147, accudita da un garzone tanto giovane quanto ignorante. Io accetto in silenzio, poi sbolognata un'altra macchina torno ad ammiccare con grazia, cercando di corrompere l'anziano titolare.
Dopo una mezz'oretta arriva l'altro operaio, quello più affabile che accetta di liberarmi i cerchi dai vecchi pneumatici. Intorno alle 17 esco di lì coi miei bravi cerchioni nudi e quattro camere d'aria di recupero ad un prezzo simbolico, dato che Giovanni, pentito forse del gesto iniziale si vuole far perdonare.
Torno da Piero il quale mi dice cercando di star serio senza riuscirci: " a quest'ora si arriva? camìna a fatigà!..." in perfetto anconetano, il famoso vernacolo che mi fa sbottare subito a ridere. Scatto sull'attenti, corro dentro e vestito molto più modestamente sapendo ciò che mi aspetta, mi cavo il cappotto, rimbocco le maniche ed ecco il mio compito di garzone: un secchio di benzina, un pennello e tanti pezzi di motore della 124 coperti di morchia. Dovrò lavarli, alcuni sgrassarli e riverniciarli prima del rimontaggio.
In un paio d'ore di lavoro passano per le mie mani, rapidamente diventate nere, parecchi pezzi: il collettore d'aspirazione, i supporti del motore, la puleggia dell'albero motore, i dieci lunghi bulloni di serraggio della testata, le aste dei bilancieri della distribuzione...; le mie mani sono in ammollo nella benzina, rapidamente diventata nera, il suo odore mi stordisce, ogni tanto uno schizzo atterra sui miei vestiti, comincia a farmi male la schiena. Ma a sera questi pezzi sono quasi come nuovi, sia Andrea l'elettrauto sia Moreno, il figlio di Piero mi trovano raggiante e osservano che lavoro con passione! e pazienza se ho dovuto rinunciare all'ora di nuoto, la 124 non si rimonta mica tutti i giorni, eh?
Nel frattempo Piero ha realizzato che manca un piccolo ingranaggio dell'alberino dello spinterogeno e subito convoca lì un altro meccanico che scopro essere il "dottore" di un'altra 124 come la nostra ma bianca, appartenente a Glauco, un mio collega in pensione (auto ritargata AN*175465).
Quando mi congedo da Piero sono nero come Calimero e, come il mio amato pulcino, quando torno mi infilo nella vasca da bagno. Ma sono immensamente felice. E oggi si replica.
Innanzitutto stamane contatto una carrozzeria che rende un servizio alquanto raro, ovvero esegue sabbiature di parti di auto, anche storiche. Manco a dirlo me l'ha indicata Piero. Poi torno da lui perché stasera intende chiudere il motore.
Rimboccatomi le maniche, la prima cosa che mi fa fare è collocare la testata sul monoblocco, gia provvisto della guarnizione della stessa. Poi mi fa avvitare i dieci grossi bulloni di serraggio, che alla fine lui serra con l'apposita chiave dinamometrica ad una pressione di 8 Kgm, come indicato dal tabellario Fiat. Aveva già posizionato le otto molle nuove delle valvole, mettiamo le aste dei bilancieri che le azionano e poi il castelletto dei bilancieri stessi.
Piero ovviamente lavora con una sicurezza e una speditezza che rivelano una lunga esperienza alle spalle. Io lo ammiro in silenzio mentre lui esegue il tutto sicuro e veloce, facendo da garzone e passandogli attrezzi. Lui molto carinamente mi spiega "questo è l'albero a camme, queste sono le punterie, queste sono le valvole di aspirazione, le più grosse; le altre sono di scarico...." e così via. Ammirando il lavoro di questo professionista, man mano scopro e tocco con mano tutti i segreti e le caratteristiche costruttive del motore e della meccanica della 124, tutte informazioni per me molto interessanti e care! Andrea, il classico elettrauto che pensa sempre alle donne, al calcio e che mi fa morire dal ridere ogni volta che apre bocca, è sempre presente e premuroso e cerca di aiutarmi.
Stasera, quando vado via Piero egli ha finalmente chiuso il motore; dopo aver accuratamente registrato le punterie con l'apposito spessimetro - una delle operazioni più classiche per questo genere di motori - conclude la sua giornata di lavoro reinstallando il coperchio delle punterie che avevo verniciato due giorni prima. Ha già reinstallato naturalmente anche la coppa dell'olio, altra mia opera pittorica e i due collettori, quello di aspirazione e quello di scarico.
Sentito anche Leo, oggi concludiamo che malgrado tutta la buona volontà di entrambi gli artigiani la 124 non farà a tempo a venire a casa per Natale. Dopo aver tanto aspettato, per me è meglio qualche giorno in più e che il risultato sia ottimale piuttosto che avere di che pentirsi di una cosa fatta approssimativamente per la fretta.
Giovedì p.v. vado dal notaio per l'atto del garage e a ricevere le sue chiavi; da Piero torno Venerdì.


Aggiornamenti 17/12/2007


Ciao Cinzia,
eccomi qua di nuovo per l'ennesimo notiziario.
Venerdì sera vado dapprima da Luciano, l'elettrauto anziano amico di Piero, a portare il motorino di avviamento e la dinamo a revisionare. Riconosco in lui una persona simpatica e affabile, più o meno dell'età di Piero, che ho già visto in officina. Nel suo laboratorio ci sono parecchie cosucce interessanti come vecchi strumenti ausiliari, fanalini, autoradio, tutta roba d'epoca. Mi dice che ha avuto anche lui una 124, una 1200 serie III color celeste del 1974. Mi dice anche che revisionerà al meglio la mia roba e che se la caverà in un paio di giorni. Nel frattempo Piero gli sta mettendo fretta.
Prima delle 18 sono da Piero e scarico subito dalla mia auto il radiatore revisionato della 124; mentre lui è indaffarato altrove io mi prendo il lavoro da solo; scovo uno degli scatoloni di pezzi della 124 e comincio col lavare e ripulire un altro coperchio, questo è quello inferiore del volano di trasmissione. Sistemo parecchie altre cosucce, altre me le devo portare a casa (le ho sistemate tra ieri e oggi); poi Piero ricomincia a lavorare sul motore, aggiunge altri pezzi come i condotti dell'acqua di riscaldamento, il supporto del filtro dell'olio, lo spinterogeno, la calotta, le puntine...
Infine arriva il momento di rimontare il cambio. Io e Piero lo afferriamo e lo accostiamo alla parte posteriore del motore. Triboliamo un po' ma alla fine entra nelle sue sedi e Piero si affretta ad avvitare i grossi e lunghi bulloni di serraggio. Non mi nasconde il suo disappunto per non avere ancora dinamo e motorino d'avviamento ma gli faccio notare come fosse impossibile per me fare diversamente e che l'elettrauto non avrebbe comunque fatto in tempo a farli.
Quando la sera alle 20 circa me ne vado, il gruppo motore-cambio è completamente riassemblato, completo di ventola di raffreddamento. Mancano solo i due accessori menzionati e il carburatore. Domani ho appuntamento alle 18 circa. Nel frattempo, il mio collega in pensione ne ha combinata una delle sue e sia Andrea, l'elettrauto (nella foto quello moro coi capelli lunghi), sia Piero non si danno pace! è tutta la sera che ridono e mi sfottono bonariamente e io mi diverto parecchio.
"Oh, ma lo sai, l'amigo tua, come se chiama quello matto come te, con la 124 bianca... Piastrelloni ... te voleva fregà el termostato!", mi apostrofa Andrea. Ora c'è da dire che questa persona, un galantuomo, è comunque un po' particolare. Com'ebbi a raccontarti in passato, egli non conserva la 124 alla mia stregua, e cioè come auto storica ma usa la 124 come auto di tutti i giorni. Ha sostituito il suo vecchio e affaticato motore con un altro trovato chissà dove ma non so perché 'sto motore nuovo tende a surriscaldare.
Sennonché costui, che è una discreta mente, un ingegnere, sta studiando il fenomeno e, indagando sul perché il suo motore non voglia funzionare a dovere avrebbe voluto scambiare il termostato suo con quello mio originale, a scopo di studio. Io non ho alcun dubbio sulla onestà e buona fede di quest’ uomo ma quei due marpioni non glie lo hanno dato; e non fanno altro che ironizzare sulla figura singolare di questa persona e la sera, chiudendo bottega, ancora ridono. [lo hanno però indirizzato verso il miglior ricambista di Ancona].
Questo clima goliardico tipico delle officine in genere, è un altro valore aggiunto: le ore che passo laddentro, lavorando o anche solo assistendo presso la mia beniamina sono condite di questa atmosfera che rende assai piacevole la mia permanenza e fanno molto bene al mio spirito.
Questo lungo e paziente restauro, fatto di mille sfaccettature, è fatto anche di questo. Di rapporti umani. Ed è questo il bello.


Giornata nera 18/12/2007

Ciao Cinzia,
dopo tanta allegria ecco che arriva la giornata storta. Dunque tutto sembrava andare per il meglio. Oggi, alle 17 circa mi reco dall'elettrauto. Pago un conto che ritengo onestissimo, 120 € per la revisione completa di dinamo e motorino di avviamento. Me li ha pure riverniciati! poi passo da Leo, col quale cominciamo a fare gli accordi preliminari per ritoccare l'auto e riportarla a casa.
Ma la mia gioia è destinata a durare poco oggi. Arrivo da Piero e cominciamo subito a lavorare per rimontare gli ultimi particolari al motore: dinamo e motorino come annunciato, la pompa della benzina, le candele, la cinghia trapezoidale tutti nuovi; pulisco i cavi elettrici e li ri-cablo, rivernicio un altro paio di supporti, tra cui quello di regolazione della tensione della cinghia suddetta. Noto con soddisfazione che la bomboletta di nero opaco, alla quale davo poca fiducia, funziona egregiamente.
Ed ecco che arriva il momento tanto atteso e anche un po’ temuto: far entrare questo gruppo motore-cambio, che oramai tutto assemblato misura almeno un metro e mezzo, in uno spazio molto stretto.
Piero decide di far entrare questo complesso tutto assieme nel corpo vettura, anche se la Fiat ha previsto che i due gruppi, quando necessita la loro rimozione, vengano smontati separatamente.
Così adesso la 124 ha di nuovo motore e cambio, anche se al prezzo di qualche graffio sulla vernice del vano motore e dell'antirombo sotto il pianale.
E'un momento di apprensione quello che vivo appresso a questa operazione; il pesante complesso che pende in maniera scomposta dalla gru viene calato in uno spazio davvero troppo stretto. Comincia a impuntarsi dappertutto, io comincio a sudare freddo, incurante dei continui appelli ("attento alle mani!") di Andrea e Piero, cerco disperatamente di salvaguardare al meglio la mia povera 124! una cosa che mi infastidisce molto è una procurata, ancorché leggera piegatura del labbro della presa d'aria del radiatore.
Il vano motore si sfregia, lotto per salvare il cavo del contachilometri, quello della spia della temperatura e altri importanti cablaggi; io e Andrea tentiamo di protestare, inutilmente. I miei continui sforzi limitano i danni che farebbe la leva del cambio al cielo del tunnel relativo, comunque l'antirombo è segnato in diversi punti, grazie anche a delle enormi leve che Piero usa puntandole sulla carrozzeria indifesa.
Confesso di essere preoccupato per la salute della mia amata e di essere molto deluso, perché credevo che adesso che lei era restaurata sarebbe stata trattata con un po’ più di riguardo.
E non è finita qui: Piero, che comincia a stufarsi, sembra in vera e propria lotta con l'auto e va per le spicce. L'albero di trasmissione oramai è impossibilitato a seguire le sue vie naturali e Piero usa delle enormi leve;
Come Dio vuole questo lavoro finisce alle 20,45. Il motore e il cambio sono al loro posto ma:
• il vano motore è sfregiato in più punti; idem l'antirombo;
• molti accessori come tubi, cavi, interruttori, tiranti hanno sofferto per le botte prese;
• per colmare la misura, un brutto sfregio deturpa il musetto fuori, sotto il rostro sinistro del paraurti.
Sono molto dispiaciuto perché sono convinto che con una serata in più si poteva fare di gran lunga meglio: fatto trenta si poteva ben fare trentuno! e considerando poi che ho sempre detto di non aver fretta purché si facessero le cose a modo.
Esco dall'officina piuttosto contrariato e Piero se ne accorge. Vado a casa e fortunatamente riesco a rintracciare il buon Leo al quale affido tutta la mia angoscia e apprensione. Egli molto carinamente mi ascolta e poi cerca di consolarmi promettendomi tutto il suo appoggio.
Anch'egli concorda con me certe cose non vanno fatte di prescia, sarebbe stato meglio perderci qualche ora in più. Passo una nottataccia perché quando sei appassionato ad una cosa e ci tieni molto, in caso di inconvenienti arrivi pure a soffrirci, un po’ come potrebbe essere quando perde la tua squadra del cuore!
Non vedo l'ora di sapere la soluzione per rimediare a questi sia pur piccoli danni.


La fine dei lavori sulla 124 24-12-2007

Dopo i contrattempi di Lunedì 17, Mercoledì 19 mi reco da Leo raccontandogli tutto e implorandolo di venire con me a visitare la 124 per quantificare i danni. Dapprima esitante, Leo accetta di buon grado.
Arriviamo in officina ed egli visita attentamente la 124 dentro e fuori. La sua diagnosi è incoraggiante, mi dice che si rimedia tutto facilmente, nulla è rovinato per sempre. Mi spiega brevemente quello che farà e, forse anche per la tenerezza che devo fargli con la mia aria da cane bastonato, mi dà ampie rassicurazioni.
A quel punto compare Piero, alquanto sorpreso; in quel momento realizzo che solo a quel punto egli capisce quanto è importante e quanto ci tengo alla nostra 124. Sorride amabilmente e cerca di sdrammatizzare con qualche battuta la situazione. Mi spiega il perché del suo operato e anch'io capisco subito che piega devo dare alla cosa e chiudo la faccenda lì. Con entrambi poi il discorso cade su chi/come/dove/quando si dovrà occupare della messa su strada; Piero allora tira fuori un altro coniglio dal cilindro incaricando Leo di accompagnarmi da un gommista super-professionista che sta a poche centinaia di metri da loro, vicino la officina del povero Giancarlo, quello del carro-attrezzi del viaggio a Pisa.
Questo gommista, che esegue lavori nientemeno che per auto del calibro di Ferrari, Jaguar, Lamborghini e Porsche, riceve solo per appuntamento. Una volta al cospetto di questo signore concordiamo che, appena ritirati i cerchi verniciati da Leo, egli eseguirà gommatura e convergenza sulla 124. Riaccompagno Leo e poi torno da Piero. Mi cavo il cappotto, tiro su le maniche e comincio innanzitutto ad ispezionare centimetro per centimetro la mia povera "Occhialona".
Con estremo sollievo, dopo almeno mezz'ora di studi mi convinco che i danni non sono poi così terribili: sì la bozza della paratia parafiamma e il labbro della presa d'aria rimangono MA sotto l'antirombo è solo un po'
scrostato, non ci sono le bozze che credevo di aver visto l'infernale sera del 17 u.s.
Poi prendo la mia bomboletta di nero satinato e ritocco i miei lavori precedenti in maniera più che soddisfacente. Arriva Piero e, molto carinamente, mi spiega il perché e il percome di tutto ciò. Con un amabile tono paterno, col tono della persona tollerante, comprensiva, che si cala nei panni altrui mi spiega che le auto sono solo oggetti, che è sbagliato farsene una malattia e che - soprattutto - simili cose sono il pane quotidiano per loro, che fa parte del mestiere fare qualche sfregio per aggiustare la meccanica, salvo poi far ritoccare sistematicamente eventuali danni.

Certo io rimango del parere di Leo, penso che specie per un'auto d'epoca appena rifatta ci sarebbe voluto qualche ora in più per fare meglio, dopo cento ore farne centouno, però egli mi fa molto onestamente capire che mentre per me tutto ciò è un divertimento, per loro è principalmente una seccatura: in altre parole loro fanno del loro meglio ma per loro è pur sempre lavoro e, ad una certa ora ne hanno abbastanza.
Pienamente comprensibile. Gradisco particolarmente questa pazienza che lui spende per farmi capire il suo punto di vista, questo gesto da fratello più grande e in cambio lui ottiene la mia piena comprensione.

Giriamo allegramente pagina e con l'animo rasserenato dalle rassicurazioni di Leo il sole torna a splendere. Quest'ultimo mi ha spiegato che scosterà di poco il radiatore allentando le due viti superiori, raddrizzerà la presa d'aria e ridarà il fondo alla bozzetta sulla paratia, riprendendo la vernice.

La mattina dopo mi reco ad un paese qui vicino: nella fedele Twingo di Paola ho sette cerchi di 124 da far sabbiare, cinque della nostra beniamina più due della povera "Special" di Falerone.
Ancora una volta vado a nome di Piero e, ancora una volta vengo ben accolto.
Il pomeriggio sono di nuovo dalla 124: Piero ha eseguito un rimontaggio di tutte le tubazioni motore a regola d'arte! il bel motore, come nuovo, ha tutti i manicotti di gomma nuovi, tutti accuratamente fissati con luccicanti fascette nuove. L'insieme ha un aspetto pulito e ordinato. Ha rimontato il radiatore, il vaso di espansione relativo, una nuova batteria coi poli a destra e le candele coi fili tutti nuovi.
Dulcis in fundo è stata reinstallata anche la padella del filtro dell'aria, magistralmente riverniciata a nuovo da Leo e tutto è pronto per la messa in moto ufficiale. Piero ha riempito la coppa con olio "Fiat-Selenia 20K " nuovo, a me è toccato il piacevole compito di portare a livello il circuito di raffreddamento col “Paraflù 11 Fiat” , una delle tante coccole che faccio volentieri alla mia amata.
Ho riverniciato con estrema cura anche la leva del cambio che poi reinstallo personalmente, assieme alla cuffia di gomma sul tunnel. Arriva così il tanto atteso momento della prima messa in moto, il cosiddetto start-up: vengo comandato dentro l'abitacolo, mentre Piero sta di guardia davanti il motore: "dai, metti in moto!" mi dice; emozionato giro la chiave sul quadro ma si accende solo la spia dell'olio.
In compenso si muove - sia pure di pochissimo - la lancetta della benzina. Primo contatto: e niente. "tira l'aria e riprova!" mi dice ancora Piero. Dopo vari tentativi il motore comincia a tossire, parte, si ferma: vorrebbe girare ma capiamo che qualcosa non và nel carburatore, sebbene Piero l'abbia già accuratamente pulito sotto i miei occhi. Allora egli, armato di santa pazienza e con molta cura, rismonta padella e filtro, poi apre il cielo del carburatore. Pulisce il galleggiante, pulisce i getti del minimo poi, mentre io faccio girare il motorino di avviamento e la pompa della benzina egli, con un gesto antico quanto sacrificale, succhia con la propria bocca il tubo della benzina per aiutare a far depressione e farla uscire.
Dopo una boccata di vecchia benzina rossa (poveraccio!) egli ricollega il tubo e, assieme al socio Enrico, assiste alla messa in moto. Sono oramai le 20,45 di Giovedì 20, siamo sporchi, stanchi...; sono tante ore che siamo lì a "combattere" con la nostra veterana che sta lentamente risorgendo. Provo ancora con la messa in moto e stavolta il motore parte prontamente.
Emozionato, sento venirmi la pelle d'oca: dato che manca il coperchio del cofano motore, dall'abitacolo riesco a vedere l'estremità superiore della ventola di raffreddamento.
Quando l'olio è andato bene i pressione ("...è spenta la spia?" mi chiede) Piero comincia progressivamente ad accelerare. Il rombo possente della 124 riempie la grande officina ormai deserta. Ipnotizzato, fisso il caratteristico contachilometri mentre l'urlo allegro di questo motore mi fa ripiombare di colpo trent'anni addietro! provo una sensazione dimenticata di tanti anni fa, è come se di colpo ritorno bambino, quando papà accelerava la nostra Grigiona...
E' un momento magico, meraviglioso, la 124 risorta pare che gridi che è tornata alla vita, è come se dicesse "eccomi! sono qui, voglio vivere! sono pronta!" ... è una sensazione indescrivibile. E io, nell'abitacolo, commosso, mi sento un tutt' uno con lei, sento che ci siamo sempre appartenuti l'uno con l'altra, siamo tutti e due degli anni 60. Mi rendo conto che posso sembrare esagerato, peggio non vorrei passare da invasato... forse questa cosa è in grado di capirla solo un altro appassionato di auto storiche, non lo so.
Dopo il tocco magico di entrambi i cugini titolari della grande officina il bel motore di Lampredi gira tondo, regolare, superbamente messo a punto.
"Attento all'elica che ti taglia le mani eh?" mi dice Piero guardingo ma visibilmente soddisfatto, oltretutto perché mi vede fuori di me dalla gioia. Sono "elettrico" e, per quanto mi sforzi di dominarmi, ho dentro la gioia e l'entusiasmo di un bambinetto.
La 124 è pronta. Oltre ai lavori di Leo ci sono le spie della riserva, della dinamo e dell'acqua che non funzionano. "Non ti preoccupare, dopo farai perdere temp... eehm, andrai da Luciano, te le guarda lui" si corregge Piero alludendo al simpatico elettrauto, veterano come loro.
Ma l'epica impresa è quasi terminata. Ed è tornato il sole. Per tutta la sera di Giovedì mi ha risuonato nelle orecchie il rombo magico della 124.
Il giorno dopo, Venerdì, passa di lì anche Paola a fare gli auguri a Piero ed Enrico e loro gradiscono. Sono particolarmente contenti delle lodi - tutte meritate - che Paola rivolge loro, la cosa li gratifica molto, assieme alla grande soddisfazione che manifesto loro personalmente.
Questo, è ancora a grandi linee quello che abbiamo fatto in una settimana; e considera che tanti particolari - come le perdite d'acqua dai manicotti dell'impianto di riscaldamento, la regolazione della leva di disinnesto della frizione, lo spurgo dell'aria dall'impianto frenante, la messa in fase della distribuzione – tutti questi particolari dicevo, li ho dovuti tralasciare per non dover scrivere un libro!
Quando la portammo lì faceva un rumore strano, ricorda Piero. Adesso è un gioiello, completamente revisionata, con almeno il 75% delle parti nuove. Per contro infatti Piero ha una catasta di pezzi vecchi da gettar via.


Di bene in meglio! 1/1/2008

Ciao Cinzia, le parole che seguiranno ti faranno dimenticare quelle della sera del 17 u.s. Il giorno 27 u.s. vado da Leo. L'obiettivo è quello di contrattare il ritiro della 124 presso la loro officina per l'ultimo stadio dei lavori di ricostruzione, cioè i ritocchi e la lucidatura prima del definitivo balzo verso la sua nuova casa. Leo è un po' scuro in volto, ha poca voglia di parlare e capisco che dipende da fatti suoi personali, ma è gentile e disponibile come sempre.
Gli espongo la necessità di Piero di poter finalmente disporre del posto occupato oramai da più di due anni dalla nostra beniamina ed egli si consulta col verniciatore, un altro simpatico ragazzo. Rapida botta di conti e se ne esce con un: "dai, valla a prendere e portala giù. Cominciamo stasera stessa, per il due o tre Gennaio dovrebbe essere pronta". Vuoi vedere me, non credevo alle mie orecchie!
Prima di riavermi dalla sorpresa che mi coglie del tutto impreparato salto sulla mia auto e vado da Piero. Egli sta lavorando ad una mastodontica ammiraglia di Maserati Quattroporte, un gioiello. La 124 è stata tolta dal ponte e parcheggiata di fronte, in pratica dove ha passato oltre un anno.
Devo aspettare circa un'oretta affinché Piero, di buon umore e in vena di scherzi, finisca il lavoro sulla Maserati e Andrea, l'elettrauto, accontenti i vari avventori che si avvicendano chi per una lampadina, chi per una batteria, chi per un contatto....; io passo il tempo accontentando la curiosità di qualcuno di questi che mi chiede notizie sulla 124. Come Dio vuole l'ora passa e arriva il momento di portarla via finalmente! mai ho dovuto mordere il freno come questi ultimi pochi minuti!
Piero mi dice intanto di metterla in moto e di farla scaldare; ho il cuore in gola per l'emozione ma cerco di dominarmi e di non darlo a vedere. Egli va a prendere la targa di prova e la 124 parte subito senza incertezze. Andrea è stato costretto a sostituire il cavo di massa della batteria ed ha eseguito un accurato lavoro, sebbene dal punto di vista storico questo compromesso sia un pugno in un occhio. [recentemente, grazie all’ Amico Roberto Mensio questo particolare è stato ripristinato, N.d.R.].
Poco dopo arriva "la luce verde" per il tanto atteso "ready to go"; mi istallo a bordo, accendo le luci e i fari. Il tachimetro lineare e caratteristico è illuminato da una tenue luce. Con la coda dell' occhio noto che, pur senza farlo apposta, un po' tutti si sono radunati a vedere il primo balzo della nostra oramai amata mascotte, questa veterana che - rinata tra le loro mani e per loro merito - oramai sentono un po' anche come loro! fatico un po' ad adattarmi alla frizione e alla pedaliera che oramai mi sembrano alquanto strani, per fortuna ho abbastanza pratica col cambio.
Mentre accelero leggermente arriva la battuta di Piero "dai Piastrellò movite... và tranquillo!" e io subito sbotto a ridere vedendo la faccia comica di Piero che cerca di stare serio ma ride sotto i baffi e si diverte un mondo. "dai Piero, non farmi ridere, sennò va a finire che la striscio proprio stasera!" gli rispondo dal finestrino abbassato.
Accelero un po' ed esco dall'officina, sempre col fiato corto per l'emozione, a stento frenata e sotto lo sguardo attonito degli avventori ignari che attendono fuori il loro turno.
Vedendo questa che comunque è oramai un vero e proprio dinosauro preistorico, per di più senza coperchio del cofano motore, fanno una faccia strana e mi guardano dubbiosi.
Confesso che ben presto l'emozione si mescola a paura: sì perché la povera auto è giocoforza completamente fuori assetto e procede "di traverso" come i cani. Me la sento stretta addosso, mi sembra tanto alta e stretta, col parabrezza spiovente di fronte a me; il volante è minuscolo e sottilissimo, adesso mi ricordo una sua peculiare caratteristica, e cioè che il tachimetro cominciava a segnare solo dopo i 20 Km/h. Mi pare di camminare sul ghiaccio, la macchina va dove gli pare e risponde in ritardo al volante, è sbilanciata a sinistra e punta sulla ruota anteriore corrispondente.
Ho l'impressione che quest' ultima debba cedere da un momento all'altro, pur sapendo che tutto è O.K. Purtroppo provo la spiacevole sensazione di essere in balia del mezzo, non oso andare oltre i 20 Km/h. Il Signore mi assiste totalmente perché non incontro affatto traffico, manco agli incroci e l'unico semaforo è provvidenzialmente verde.
Solo in una stretta stradina di 100 mt un imbecille (l'imbecille di turno non manca mai) con un furgone mi si appiccica e, malgrado sia evidente pure a un cieco che si tratti di una vecchia auto con targa di prova e in difficoltà, si mette a suonare.
Lo ignoro e proseguo per la carrozzeria. Ad un incrocio una signora ancora si starà chiedendo "che diavolo doveva essere quella cosa che è passata", poi, come Dio vuole, arrivo illeso da Leo.
Con l'abitacolo invaso dall'odore dei fluidi nuovi scaldati per la prima volta, mettiamo l'auto dentro in retromarcia, con grande soddisfazione del verniciatore. Anch'egli si avvede dei danni ma non si preoccupa affatto. Prendo gli ultimi accordi coi carrozzieri poi scopro che un amico di Piero, appassionato di auto storiche come me, un anziano e gentile signore mi è stato mandato appresso per recuperarmi.
Mi riporta da Piero dove già hanno l'aria degli orfani, di coloro che hanno perso qualcosa. "Cerchi la 124? non è più qui" mi fa un po triste il figlio minore di Piero; "ogni tanto riportala, questa oramai è la sua casa!" mi fa molto carinamente. E' bello vedere che queste persone buone, semplici, apparentemente rudi ma dal cuore d'oro si siano in qualche modo affezionate alla nostra beniamina e, soprattutto, alla situazione.
Ma ricordo loro che la loro officina sarà sempre una tappa obbligata nei miei giretti con “Occhialona”.
L'indomani mattina, puntuale, mi reco di nuovo da Leo per vedere che aria tira: e non potrebbe andare meglio! non hanno affatto perso tempo e trovo la 124 col coperchio del cofano motore accuratamente rimontato. Hanno ritoccato pure alcuni punti intorno le cerniere e le stesse sono state adeguatamente ingrassate.
Il labbro superiore della presa d'aria del radiatore è stato magistralmente raddrizzato e tutta la zona riverniciata. Idem dicasi dello sfregio dietro la testata, sulla paratia parafiamma: non si conosce più nulla perché, oltretutto, quella bozza ...ci doveva essere! infatti quella non era una bozza provocata da Piero ma una piegatura di fabbrica della lamiera che non avevo mai avuto modo di notare perché in posizione nascosta. In quel punto c'è infatti una nervatura.
Anche lo sfregio sotto il musetto non esiste più, la 124 è stata restaurata così bene che non si conosce nulla. Nel frattempo l'hanno anche ripulita e Leo ha scambiato i fili dei fari montati erroneamente. Adesso tutto funziona bene, tranne che le luci del cruscotto di cui ti parlavo.
Sono l'uomo più felice del mondo! adesso manca il ritocco dell'antirombo, la lucidatura, poi... a casa! il suo nuovo e bel garage, pulito e accogliente l'attende. L'attende "nella strada delle 124", via Piemonte, che trent'anni fa ne annoverava ben dodici, Grigiona nostra compresa.


La 124 è finalmente a casa 4-1-2008

Ciao Cinzia, è’ arrivato il grande giorno finalmente! ieri sera, alle 19,30 circa la 124 ha fatto il suo ingresso nella sua nuova casa. Siamo arrivati col carro attrezzi in una via Piemonte oramai buia. Il conducente si è fermato circa venti metri più avanti del passo carraio, in uno "slargo" nel cuore della via e si è parcheggiato saldamente.
Sono salito a bordo dell'auto tentando di avviarla. Ma la poverella, forse provata da tante emozioni (=ingolfata) non è voluta partire. Usando una cautela estrema, sotto la guida del socio di Leo, Flavio, l'ho fatta scendere. E' partita piuttosto penosamente, forse aveva sentito freddo, non voleva saperne né di girare né tantomeno di incamminarsi.
La discesa ha fatto il resto ma ho fatto il mio ingresso nella rampa del garage a motore spento e con la sola luce della pressione dell'olio accesa, oltre quella delle luci anabbaglianti.
Alla fine tossendo, starnutendo, come se l'avessimo svegliata e fosse di malumore (pare non ne volesse sapere di entrare nel garage) l'ho messa nella sua nuova casetta e poi siamo tornati in carrozzeria. Si è concluso così abbastanza felicemente il lungo ciclo di lavori di restauro della nostra amata e fortunata veterana. Sono passati oltre due anni, sia pure di poco, da quando quella tarda sera, stanchi e provati la sbarcammo nel garage di Piero dopo il lungo viaggio da Pisa!
Ma andiamo con ordine. Tarda mattinata di ieri, 2 Gennaio 2008. Dopo parecchi giri, alcuni anche per lei, arrivo verso le 11 da Leo. La 124 è stata magistralmente lucidata, le sono state usate le più amorevoli cure e il verniciatore, un uomo buono, simpatico quanto umile, le sta perfino dando il nero alle gomme! Leo mi dice che mi aspetta alle 14 in punto per fare insieme il lavoro di ritocco dell'antirombo.
Vado a pranzo e alle 14 in punto sono di nuovo in carrozzeria. Con molta cura mettiamo l'auto sul ponte e la solleviamo. Oramai è un'attrazione per tutti e tutti i dipendenti della carrozzeria esprimono il loro apprezzamento per lo stato ottimale in cui è stata riportata la nostra veterana. Leo impugna la pistola a spruzzo con la catramina, io che ho gli occhi ancora migliori dei suoi gli segnalo passo-passo i punti da ritoccare.
Eseguiamo un lavoro accuratissimo, Leo stesso si congratula con me perché tanti punti - per quanto impegno ci avesse messo - gli erano sfuggiti. Erano comunque punti nascosti, solo il mio occhio pignolo poteva scovarli, ma erano importanti. Tocco finale, Leo cosparge di spray al silicone tutti i silent-block, per proteggerli dal freddo, poi soddisfatto mi dice che quest'auto è oramai protettissima dalle insidie degli elementi. Alle 14,30 carichiamo la 124, che oramai ha un aspetto da concorso sul carro attrezzi per il penultimo viaggio sullo stesso, dato che quando sarà in regola per circolare la dovremo comunque riportare con lo stesso mezzo dal gommista.
Ma un inconveniente ci ferma; i carrozzieri mi chiedono allora di ripassare verso le 18. A quell'ora sono lì puntualissimo e partiamo finalmente alla volta di Falconara, la nuova casa della 124. Incuranti della fila che provochiamo passiamo per Posatora: una sorta di via Crucis sui luoghi della memoria… scherzo!
Stanotte faccio fatica a dormire per la contentezza e stamani, sbrigate le faccende di casa, sono lì a trovare il nostro tesorino. Parcheggio proprio davanti il numero quattro dove abitavo. Mi sono portato la cassetta degli attrezzi e i primi ricambi. E' una bella giornata di sole anche oggi. Con calma, cura, tutto il tempo a disposizione sostituisco le vecchie antine parasole sporche e consumate con quelle quasi nuove della povera "Special". Idem per lo specchietto interno, quello della "Special" è un po' più grande anche se di forma identica e conservato meglio. La 124 riceve le prime coccole.
Poi tocca allo specchietto retrovisore esterno cromato, che ho riportato a nuovo e brilla. Quando potrò portarla su al garage di via Emilia le installerò i tappetini di gomma nuovi. Poi, con molto riguardo, la metto in moto. Parte subito e la faccio scaldare accuratamente. Poi la esco dal garage per farle tante foto: è come nuova, brilla! che bella vista per i miei occhi di appassionato! e quanti pezzi preziosi ci ha donato quella povera "Special" buttata giù a Piane di Falerone! Per non parlare della gemella nel campo di Jesi. Adesso col giorno vedo perché “Occhialona” non ce la fa a camminare: le ruote anteriori puntano in direzioni diverse.
Ma ormai il più è fatto. La 124 è finalmente a casa e questo è quello che conta: anche perché se stavolta deve uscire lo decido solo io e quindi il rischio che buschi del cattivo tempo è ridotto al minimo. Da ieri sera il circolo si è chiuso, il mio sogno di avere una fiammante e splendida 124 col suo garage si è finalmente avverato. E da ieri per lei è finalmente cominciata una nuova vita.


le Photogallery del restauro della Fiat 124